giovedì, 2 Maggio, 2024
Politica

Meloni accelera. Alle opposizioni non serve dire No

Manovra, Premierato, Piano Mattei

Salvini aveva provato a metterla in un angolo dopo il boom degli sbarchi. Ma è durata poco. Meloni ha reagito non solo con il solito dinamismo sul piano internazionale ma spingendo l’acceleratore anche su iniziative di politica interna. Sulla legge di Bilancio ha imposto le sue scelte concedendo briciole a Forza Italia e alla Lega. L’asse con Giorgetti è solido e l’arrivo di Fabio Panetta alla Banca d’Italia rafforza la linea che non vuole rotture con l’Ue e sprona l’Europa a non cadere nel vecchio rigorismo. La legge di Bilancio si è spinta al limite massimo dell’extra deficit ma di risorse per investimenti se ne vedono poche. Meloni dovrà trovare il modo per dare il via libera al Mes riformato per evitare una reazione ostile all’Italia sulla revisione del Patto di stabilità. Il presidente del Consiglio in questa settimana punta a due ambiziosi obiettivi: varare per decreto il Piano Mattei che ridisegnerà la nostra politica estera verso i Paesi dell’Africa e avviare la riforma costituzionale per l’elezione diretta del Primo Ministro. Sul Piano Mattei l’attesa è notevole. Se ne parla da un anno. Rispetto ai 3 miliardi ipotizzati le diponibilità sono molto ridotte. Sul premierato la maggioranza ha i numeri per approvare la riforma costituzionale ma, anche con i voti di Renzi, difficilmente riuscirà ad ottenere il quorum per evitare il referendum confermativo. Le opposizioni frammentate più che mai si presentano deboli su questi tre fronti, Sulla legge di Bilancio non hanno proposto nessuna contro-manovra organica. Sul Piano Mattei si spera che abbiano suggerimenti utili a rendere efficace quella che non è solo una bandiera di Giorgia Meloni ma un’occasione storica perché l’Italia torni ad essere protagonista nel Mediterraneo e in Africa. Sul premierato le opposizioni non commettano l’errore di alzare il muro del No, proponendo una soluzione che no avrebbe alcuna possibilità di scalzare la proposta della maggioranza. Se è vero che le riforme istituzionali si devono far col maggiore consenso possibile è anche giusto che sia la maggioranza a fare la sua proposta. Meloni ha detto la sua. Le opposizioni possono proporre correttivi e integrazioni. Ma non è più il momento di dire no su tutti i fronti.

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