“L’effetto combinato dell’incremento dei costi di produzione con l’inflazione, condito dall’andamento climatico estremo, ha creato un mix esplosivo che ci preoccupa perché mette a rischio il futuro delle nostre imprese e dell’occupazione nel settore. Ora occorre fare quadrato, andare avanti e cercare di recuperare il più possibile”. È questo il commento di Michele Ponso, presidente della Federazione nazionale ortofrutticola di Confagricoltura riguardo all’estate nera che sta attraversando il settore ortofrutticolo italiano. In Italia sono 300mila le aziende ortofrutticole e il comparto che assorbe la maggiore occupazione, oltre il 40%. Siamo tra i maggiori produttori al mondo di pomodori, finocchi, carciofi, melanzane, cime di rapa, indivie, mele e pere, pesche, nettarine, albicocche, uve da tavola, meloni e kiwi. Per quanto riguarda i consumi, l’ortofrutta incide per circa il 20% sul carrello della spesa.
Caro prezzi
Per acquistare ortaggi, le famiglie italiane hanno speso nel 2022 il 4,7% in più a causa dell’inflazione e dei cambiamenti climatici, mentre l’incremento è stato del 2,7% per gli acquisti di frutta. “Il nostro è un comparto strategico, che ha sempre investito in innovazione e ricerca. Ora non ci sono più margini e manca liquidità, produciamo in perdita e, nonostante l’aumento fisiologico dei consumi dovuto al caldo, non si può continuare così. È necessario e urgente salvare il salvabile, far partire subito il ‘recovery plan’ richiesto dal presidente di Confagricoltura Giansanti al ministro Lollobrigida, per curare e rilanciare questo settore”, conclude Ponso.