sabato, 27 Aprile, 2024
Agroalimentare

Coldiretti e Filiera Italia. Prandini: a Bruxelles per tutelare il Made in Italy. Scordamaglia: attenti ad un import insicuro

Ettore Prandini, presidente della Coldiretti vola a Bruxelles per chiedere più aiuti e meno burocrazia per le aree alluvionate. Una occasione per discutere anche temi che sono avversi all’agricoltura italiana, come le etichette Nutriscore e il cibo prodotto in laboratorio. “Tagliare la burocrazia ed i tempi per fare arrivare il più in fretta possibile gli aiuti europei alle famiglie e alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia Romagna”, sollecita Prandini.

Incontri e temi a Bruxelles

Ad accompagnare il leader della Coldiretti, anche l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, che terranno una serie di incontri istituzionali a Bruxelles con Ambasciatori, alti dirigenti della Commissione, membri del Gabinetto all’agricoltura e molti parlamentari europei di tutti gli schieramenti. “Tra i temi da affrontare”, annuncia una nota della Confederazione, “l’emergenza alluvione in Emilia- Romagna e le possibilità di intervento a livello comunitario, l’importanza di un’implementazione rapida ed efficace del Pnrr e le politiche alimentari ed ambientali dell’Unione Europea dall’etichettatura Nutriscore alla direttiva sulle emissioni industriali fino al cibo artificiale”.

Fondi alle aree alluvionate

“Le importanti misure varate dal Governo per imprese e lavoratori colpiti dall’alluvione sono un primo passo significativo ma per affrontare l’emergenza”, sostengono Coldiretti e Filiera Italia, “saranno necessari ulteriori sforzi e risorse, anche con il contributo dell’Unione Europea che in passato ha mobilitato oltre 8,2 miliardi di euro per interventi su calamità in 24 Stati membri negli ultimi venti anni attraverso il Fondo di Solidarietà”. “Per l’ultima alluvione avvenuta nel 2021 in Germania sono stati stanziati complessivamente 613 milioni di euro”.

Usare le risorse del Pnrr

Ma se da un lato esiste la necessità di intervenire subito sull’emergenza alluvione, “dall’altro c’è la necessità di non perdere l’occasione offerta con 191,5 miliardi di euro assegnati all’Italia nell’ambito del Pnrr che deve passare”, puntualizzano Coldiretti e Filiera Italia, “per una modifica necessaria per tener conto della situazione socio-economica attuale. Importante”, per Coldiretti e Filiera Italia, “è anche attivare al più presto i fondi restanti della riserva di crisi prevista dalla Politica Agricola Comune per fare fronte a circostanze eccezionali (rimangono ancora circa 200 milioni di euro a livello Ue) ed adottare misure di flessibilità per l’implementazione del Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna per permettere modifiche più rapide del PSR e assicurare rapidità dei pagamenti”.

Il tema climatico la priorità

Per le due associazioni big dell’agricoltura italiana i temi da affrontare sono strategici, soprattutto per il futuro delle imprese italiane che hanno standard elevati di qualità. “Nello stabilire il nuovo riparto delle risorse del Repower Eu, così come nella revisione del Pnrr e dei fondi strutturali, è dunque strategico adeguare le risorse per il settore agricolo”, osservano Coldiretti e Filiera Italia, “dando fiducia a un comparto vitale che svolge un ruolo strategico per l’ambiente e la sovranità alimentare messa a rischio anche dai cambiamenti climatici. Le risorse Repower Eu e Fondo sviluppo e coesione con operazioni complementari al Pnrr rappresentano un’opportunità da non sprecare per rendere più efficiente la gestione dell’acqua, produrre energia pulita e contrastare il moltiplicarsi degli eventi estremi”.

L’attacco al Made in Italy

Ma è anche necessario respingere l’attacco al Made in Italy a tavola su più fronti, evidenziano Coldiretti e Filiera Italia, “dal terrorismo sul vino alle etichette a semaforo che bocciano le eccellenze tricolori, dal divieto della pesca a strascico alla direttiva sulle emissioni che equipara una fattoria agricola a una fabbrica metalmeccanica fino al cibo sintetico prodotto in laboratorio”.
“Dal nutriscore alle etichette allarmistiche sul vino, il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche e ideologiche, che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate, e non può neanche basarsi sull’imposizione ai cittadini di stili alimentari del tutto estranei alla nostra cultura e alla nostra tradizione”, evidenzia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “ci deve essere poi il rifiuto di ogni accordo commerciale bilaterale che non preveda condizioni piene di reciprocità.”

Import e sicurezza bassa

“Il Mercosur farebbe pagare”, conclude l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, “tutto il conto dell’accordo al l’agroalimentare europeo e soprattutto italiano con l’apertura di contingenti enormi a dazio zero di carne ed altri prodotti ottenuti in violazione di tutti i principali standard di sicurezza alimentare ed ambientale come per la deforestazione amazzonica”.

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Redazione

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