Nei giorni dei funerali il primo pensiero di Confagricoltura va alle vittime dell’ondata di maltempo in Emilia Romagna e in alcune aree delle Marche. Poi la Confederazione fa la conta dei danni subiti dagli agricoltori: 3 mila euro a ettaro per i seminativi e 32 mila per i frutteti. Un crollo naturale ed economico che è frutto anche degli errori commessi contro il territorio con un consumo sconsiderato del suolo naturale che da verde passa ad essere urbano. Un danno stimato, calcola la Confederazione, sugli 8 miliardi di euro l’anno.
Solidarietà e risorse
“Confagricoltura è vicina alle popolazioni delle aree più colpite che stanno vivendo grandi disagi”, scrive la Confederazione, “Anche per le attività produttive le conseguenze sono pesanti. E’ presto per fare il
calcolo dei danni subiti dalle imprese agricole. Le cifre finali, comunque, saranno senz’altro elevate perché alle perdite dei raccolti si sommano quelle relative alle strutture, ai macchinari, alle scorte”.
Produzioni di qualità travolte
Secondo le stime elaborate dalla Confagricoltura regionale, che sono aggiornate ora dopo ora, i danni ammontano a non meno di 6mila euro ad ettaro per i seminativi e a 32mila per i frutteti. “Non va dimenticato
che l’agricoltura emiliano-romagnola è ai primissimi posti in Italia per valore aggiunto e vendite all’estero”, scrive la Confederazione, “Sarà indispensabile mobilitare fondi pubblici straordinari per il ristoro dei
danni e per la ripresa produttiva. In questa direzione, Confagricoltura ha già avviato le necessarie iniziative nei confronti del governo e delle forze politiche”
Agricoltura vittima del clima
Il problema rimane anche per il futuro. Le variazioni climatiche hanno un impatto profondo sull’agricoltura. “Stando alle informazioni rese note dagli esperti, dall’inizio del mese sono caduti nella regione circa
500 millimetri di pioggia, un quantitativo che normalmente si registra nell’arco di sei mesi”, puntualizza la Confederazione, “gli effetti alluvionali, con più di 20 fiumi esondati, sono stati i più gravi da oltre un secolo. Senza dimenticare che, come in altre parti d’Italia, l’Emilia Romagna viene da due anni consecutivi di siccità”.
Attacco al suolo naturale Prevenzione e opere uniche armi Gli eventi climatici eccezionali e ravvicinati, fa presente ancora la Confagricoltura, vanno messi in relazione con il cambiamento climatico.
“C’è però da chiedersi se le conseguenze per popolazioni e imprese avrebbero potuto essere minori”, osserva la Confederazione, “Per quanto riguarda la siccità, da anni segnala che oltre il 40% dell’acqua immessa nel sistema idrico (in tutto 8 miliardi di metri cubi) va sprecata. La cura e la manutenzione del territorio sono insufficienti a causa della pluriennale riduzione degli stanziamenti pubblici.
I dati elaborati dal Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (Snapa) indicano che, dal 2006 al 2021, l’Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale, principalmente per l’espansione urbana. Di conseguenza, è aumentato il rischio di allagamenti, mentre sono diminuite le aree verdi e i servizi
eco-sistemici”.
Interventi con i fondi del Pnrrr
Il danno economico di questa erosione di suolo verde è stato stimato costa come danni 8 miliardi di euro l’anno. Dall’Emilia Romagna e dalle Marche arriva forte e chiaro il messaggio che occorre cambiare rotta, e
con urgenza, per migliorare la condizione del territorio e delle strutture. A differenza del passato”, conclude Confagricoltura, “le risorse finanziarie non mancano: il primo segnale deve arrivare dalla revisione in corso del Piano nazionale di ripresa”.