giovedì, 28 Marzo, 2024
Esteri

“La Russia vuole un colpo di stato in Moldova”

La presidente della Moldova, Maia Sandu ha delineato quello che ha descritto come un complotto di Mosca per rovesciare il governo del suo Paese.

Da quanto si è appreso, usando sabotatori esterni, il “golpe” ha lo scopo di mettere la Moldova “a disposizione della Russia” e far deragliare le sue aspirazioni di entrare un giorno nell’Unione Europea.

Come riferito lunedì dalla Presidente Sandu ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa, “Il piano implicherà azioni condotte da persone con addestramento militare, mimetizzate con abiti civili, che intraprenderanno azioni violente, attaccheranno alcuni edifici statali e prenderanno persino ostaggi”.

Sandu ha affermato che la Russia vuole utilizzare la Moldavia nella guerra contro l’Ucraina e che le informazioni ottenute dai servizi di intelligence contenevano quelle che ha descritto come istruzioni per l’ingresso in Moldavia per elementi provenienti da Russia, Bielorussia, Serbia e Montenegro. Compito di questi agitatori è scatenare proteste in Moldova nel tentativo di “cambiare il governo legittimo in un governo illegittimo, controllato dalla Federazione Russa per fermare il processo di integrazione nell’UE”.

Zelensky aveva detto ai leader dell’UE – durante il vertice del Consiglio europeo di giovedì a Bruxelles – che l’Ucraina aveva intercettato i piani russi per “distruggere” la Moldova, cosa che i servizi di intelligence moldavi hanno successivamente confermato.

“I rapporti ricevuti dai nostri partner ucraini indicano i luoghi e gli aspetti logistici dell’organizzazione di questa attività sovversiva. Il piano prevede anche l’uso di stranieri per azioni violente”, ha affermato Maia Sandu, aggiungendo che le precedenti dichiarazioni del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui piani della Russia per alimentare disordini sono state confermate dalle autorità moldave.

La Presidente Sandu ha aggiunto che il piano fa “affidamento su diverse forze interne, ma soprattutto su gruppi criminali”. A questo proposito ha nominato due oligarchi moldavi, Ilan Shor e Vladimir Plahotniuc, che sono riparati all’estero per sfuggire alle maglie della giustizia e che, dallo scorso anno, sono stati sanzionati dagli Stati Uniti e dal Regno Unito.

Sandu ha chiesto maggiori misure di sicurezza in Moldavia dopo le dimissioni del governo pro-UE la scorsa settimana e dopo mesi di pressioni da parte di Mosca, che sta conducendo una guerra a tutto campo contro la vicina Ucraina.

Le osservazioni di Sandu arrivano dopo che venerdì ha nominato, come nuovo Primo ministro, l’economista filoccidentale Dorin Recean, per mantenere il suo Paese su una traiettoria pro-UE.

Il governo moldavo ha a lungo accusato la Russia, che ha basi militari nella regione separatista della Transnistria a est, di provocare disordini nel Paese, comprese le proteste nella capitale, Chisinau.

Sandu ha chiesto al parlamento moldavo di adottare progetti di legge per dotare il Servizio di Intelligence e Sicurezza e l’Ufficio del Procuratore “degli strumenti necessari per combattere più efficacemente i rischi” per la sicurezza del Paese. “La forma più aggressiva di attacco è un attacco informativo”, ha affermato, esortando i cittadini a fidarsi solo delle informazioni che ricevono dalle autorità.

Alla Moldova è stato concesso lo status di candidato all’Unione Europea lo scorso giugno, insieme all’Ucraina.

Nell’ultimo anno, la Moldavia ha affrontato una serie di problemi. Questi includono una grave crisi energetica dopo che Mosca ha drasticamente ridotto le forniture di gas; inflazione alle stelle; e diversi incidenti negli ultimi mesi che hanno coinvolto missili russi che hanno attraversato i suoi cieli e detriti che sono stati trovati sul suo territorio.

Venerdì, dopo che le autorità moldave hanno confermato che un altro missile russo diretto contro l’Ucraina era entrato nello spazio aereo moldavo, il vice portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel aveva detto ai giornalisti a Washington che “la Russia ha sostenuto per anni campagne di influenza e destabilizzazione in Moldavia, che spesso comportano l’uso di armi per promuovere i propri obiettivi”.

La Russia, come era ovvio, ha respinto martedì, con un comunicato del Ministero degli Esteri, le accuse della Presidente Sandu ed ha negato di avere piani per destabilizzare la Moldova. Per valutare la scarsa credibilità di tali smentite non serve scomodare esperti di settore, basta ricordare che sempre il Cremlino, alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina, continuava a negare di avere un piano di aggressione.

Solo pochi giorni fa, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aveva suggerito che la Moldova è il nuovo “progetto anti-russo” dell’Occidente.

La risposta immediata della Presidente moldava non si è fatta attendere. “I tentativi del Cremlino di portare la violenza in Moldova – ha detto Maia Sandu – non funzioneranno. Il nostro obiettivo principale è la sicurezza dei cittadini e dello Stato”.

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