venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

L’Amore è per sempre

Quando ci innamoriamo tutto si dilata: il cuore, le emozioni, il tempo… Iniziamo a parlare con gli avverbi “sempre”, “mai”… tutto amplificato, allungato fino all’eternità. Intramontabile, fuori da ogni moda, la dolcezza, nelle immagini, e la delicatezza, nel sentimento, che impregnano il più bel cantico scritto sull’Amore. “Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo. Le tue chiome sono come un gregge di capre, che scendono dal monte Gàlaad… Come nastro di porpora le tue labbra, la tua bocca è piena di fascino; come spicchio di melagrana è la tua tempia dietro il tuo velo… I tuoi seni sono come due cerbiatti, gemelli di una gazzella, che pascolano tra i gigli.” (Ct 4,1.3.5)

Si intensifica anche la percezione olfattiva, identifichiamo la persona amata con il profumo che usa e l’odore della sua pelle è per noi inebriante. Quando ci passa accanto lascia nell’aria una scia per noi inconfondibile, una nuvola d’amore che avvolge il nostro cuore. “Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa, quanto più inebriante del vino è il tuo amore, e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo… Le tue labbra stillano nettare, o sposa, c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.” (Ct 4,10-11)

La tenerezza nasce dal rispetto totale per la persona amata. Totale, quindi anche fisico. E’ la contemplazione del mistero che le aleggia intorno, l’ammirazione per l’altro che è differente da noi. La fonte infinita del nostro amore è protetta, chiusa nella sua privatissima riservatezza e pudicizia. “Giardino chiuso tu sei, sorella mia, mia sposa, sorgente chiusa, fontana sigillata.” (Ct 4,12)

Anche l’idillio più poetico, però, ha le sue fasi.

A volte, pur avendo presente di continuo, nel cuore, il nostro amato, non abbiamo la prontezza di andare incontro ai sui bisogni, ai suoi desideri. Aspettiamo, o pensiamo piuttosto alle difficoltà che ciò comporterebbe. E lo perdiamo. Quando decidiamo di andargli incontro… è già troppo tardi. “Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. Un rumore! La voce del mio amato che bussa: «Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, mio tutto; perché il mio capo è madido di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne». «Mi sono tolta la veste; come indossarla di nuovo? Mi sono lavata i piedi; come sporcarli di nuovo?». L’amato mio ha introdotto la mano nella fessura e le mie viscere fremettero per lui. Mi sono alzata per aprire al mio amato e le mie mani stillavano mirra; fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello. Ho aperto allora all’amato mio, ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa; l’ho cercato, ma non l’ho trovato, l’ho chiamato, ma non mi ha risposto.” (Ct 5,2-6)

Attento, Adamo dei nostri tempi… In un aggadoth si narra che Eva mangiò la mela perché Adamo dormiva, era distratto dal sonno, non le era accanto, non era presente, non era sveglio. Così, l’ha esposta al pericolo, alle seduzioni degli interessi esterni alla coppia. Insieme si è più forti. “Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città; mi hanno percossa, mi hanno ferita, mi hanno tolto il mantello le guardie delle mura. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate l’amato mio che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!” (Ct 5,7-8)

Ogni Eva ha il proprio Adamo. E’ lui e lui soltanto che vogliamo, anche quando potremmo avere altri. “Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, tu che sei bellissima tra le donne? Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, perché così ci scongiuri?” (Ct 5,9)
Per ciascuna donna il proprio uomo è il migliore che esistaL’amato mio è bianco e vermiglio, riconoscibile fra una miriade. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli sono grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi sono come colombe su ruscelli d’acqua; i suoi denti si bagnano nel latte, si posano sui bordi. Le sue guance sono come aiuole di balsamo dove crescono piante aromatiche, le sue labbra sono gigli che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di gemme di Tarsis… Le sue gambe, colonne di alabastro, posate su basi d’oro puro. Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri. Dolcezza è il suo palato; egli è tutto delizie! Questo è l’amato mio, questo l’amico mio, o figlie di Gerusalemme.” (Ct 5,10-16)

Altre volte, può essere difficile ritrovarsi dopo essersi allontanati, o persi. E’ il momento in cui molte unioni vengono interrotte. Ma la meccanica ci insegna che in coppia ci si sostiene, si è solidali, ed è sufficiente che l’uno o l’altro braccio lavori per la coppia perché questa riprenda a funzionare. “Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città: «Avete visto l’amore dell’anima mia?». Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l’amore dell’anima mia. Lo strinsi forte e non lo lascerò” (Ct 3,1-4)

E’ ripresa la navigazione verso l’infinito. Una fiamma ormai inestinguibile. Niente è più forte. E’ la potenza invincibile dell’Amore. E’ un dono divino, non si può comprare. “La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, non destate, non scuotete dal sonno l’amore, finché non lo desideri. Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.” (Ct 8,3-4;6-7)

Buon San Valentino

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