giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

Sanremo e i dintorni della realtà

L’appuntamento annuale degli emigrati a Roma è il Salotto IuSanremostar&flower. Da oltre dieci anni la location è il salotto dell’artista napoletana Giò di Sarno, che da novembre 2002 conduce il programma “L’emigrante” su UnicusanoTV.  Un vero e proprio cenacolo di artisti, giuristi e social media manager che twittano, taggano, condividono, avviano dirette facebook e instagram con altri trenta salotti diffusi in tutta Italia, che è soprattutto un sovversivo laboratorio di dissenso.

Più che ascoltare, si guarda oltre, perché grazie alla profezia del Vate Massimo Bomba, stilista e astrologo, il vincitore è già designato. Marco Mengoni, capricorno, ha ben tre triangoli dei talenti ed un transito di Giove e Venere che ne annunciano gloria ed onori. Armati di telefonini e pc, inizia la guerra mediatica sul  web, si inviano i “counterorder” ai poco subliminali messaggi politici  di  Mamma Rai e dal neo Guru Ama.

Se i cittadini italiani professionisti, quelli che la politica e la solidarietà sociale la fanno senza limitarsi a declamare principi dai pulpiti pieni di fiori e luci, vengono relegati a meri spettatori, allora che Sanremo si limiti ad essere il Palcoscenico degli artisti italiani. Si torni alla sobria e celere presentazione dei cantanti in gara, senza siparietti e gag, senza artigiani della qualità che impediscono al Guru Ama di lasciare il palco, anche, per soli cinque minuti, ad altri professionisti dello spettacolo.

Gli spettatori non telepensanti preferiscono seguire la Rete ricca di inventiva, verve causidica, pettegolezzo e scommesse sfrenate. Una Rete che davvero si pensa e si senta libera, come gli habituè del salotto IuSanremostar&flower che hanno scelto di essere cool and trash per il look ed eticamente etnici per il menù. Non solo la classica pasta con patate e provola ed il ragù alla genovese della padrona di casa ma anche  i samosa, un tipico finger food indiano  preparato dal musicista e attore Rashmi Bahtt, i chebakia (biscotti al miele e sesamo) tipici del Marocco, del musicista Nour Eddine Fatty. I babà e la pastiera, arrivano direttamente da Napoli grazie all’editore Giò di Giorgio, insieme alla parmigiana, rigorosamente fritta dell’attrice Laura Sorel, da Matera le donzelline e la Minestra del Paradiso della poetessa Antonella Pagano, dalla Calabria crostini alla nduja e liquori al bergamotto. L’unica romana doc, la showgirl Matilde Brandi ha annaffiato tutti con bollicine di bellone per premiare il look in pois rosa Giò di Sarno ed i microfoni di carciofi e garofanini, con cui, abbiamo intonato un sentito Inno all’Italia ancora desta alle due di notte.

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Angelica Bianco

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