venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

Crescono i crediti deteriorati delle imprese

Stando ai principali risultati dell’Outlook Abi-Cerved 2022-24, un report che Abi e Cerved realizzano periodicamente sulle stime dei flussi dei nuovi crediti deteriorati delle imprese (dati che oltre alle sofferenze includono, dunque, anche i crediti che le banche devono classificare come inadempienze probabili o crediti scaduti), con dettagli dimensionali, per settore e per area geografica, l’estrema incertezza economica e le aspettative negative portano a stimare nel 2022 il primo aumento negli ultimi dieci anni del tasso di deterioramento del credito alle imprese.

L’indice, pari al 2% nel 2021, a fine 2022 raggiunge infatti il 2,3%, un dato significativamente inferiore rispetto al periodo pre-Covid (2,9% nel 2019) ma destinato a salire nel 2023 al 3,8%, toccato già nel 2017, per poi nuovamente scendere nel 2024 al 3,4%. Si tratta di valori ampiamente inferiori ai preoccupanti picchi registrati nel 2012 (7,5%) che, tuttavia, riflettono un peggioramento che riguarda ogni settore e classe dimensionale di impresa: solo le costruzioni fanno registrare tassi di deterioramento minori rispetto al 2019, mentre, al contrario, le microimprese registrano il livello più alto di nuovi crediti in default, rilevabile già nel 2022. 

Secondo l’analisi, il peggioramento della qualità del credito risente dell’indebolimento della domanda a cui si associa una cospicua spinta inflattiva delle materie prime e del caro energia.

Inoltre, il costante innalzamento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea ha incrementato il costo del debito per le imprese, che a causa del quadro instabile non riescono a pianificare correttamente le azioni e non fruiscono più delle misure di sostegno al credito adottate durante la pandemia, ora solo parzialmente sostituite.

“Nel corso del 2023, a causa delle incognite derivanti dal contesto geo-politico e con la fine certa dalle misure emergenziali applicate nel periodo pandemico, i crediti deteriorati delle imprese torneranno ad aumentare. Ci aspettiamo però impatti moderati sulla nostra economia: il mercato negli ultimi anni si è strutturato non solo per gestire un aumento dei volumi ma è anche maturato nelle politiche di gestione da parte delle banche e degli operatori specializzati per fronte a questa emergenza. È quindi un mercato in grado di gestire i volumi di NPL attesi. Sarà sempre più importante l’utilizzo di strumenti, algoritmi e tecnologie: è un fronte su cui Cerved è fortemente impegnata per smaltire rapidamente i crediti deteriorati e finanziare la ripresa”, afferma Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved Group. 

A livello territoriale, il Sud e le Isole continueranno a presentare nel 2024 il tasso di deterioramento più elevato al 4,1%, in leggera riduzione rispetto al 2019, seguite dal Centro con il 3,7% (4 decimi più del 2019), mentre le aree settentrionali registreranno un incremento di 7 decimi di punto rispetto al 2019 ma livelli più contenuti compresi tra il 2,8% del Nord-Est e il 3,1% del Nord-Ovest. Il 2022 segna un aumento del tasso di deterioramento in ogni area del Paese. Sud e Isole, infatti, confermano i rialzi maggiori, portandosi dal 2,4% del 2021 al 2,9% al 2022. Un incremento significativo si registra anche al Centro (2,6% contro 2,2%) mentre il Nord è più virtuoso, con il Nord Est che si attesta al valore complessivo più basso (1,7% contro 1,5%) e il Nord Ovest che tocca il 2,1% (1,8% nel 2021). Le microimprese sono l’unica classe dimensionale che peggiora in ogni macroarea, con il valore più alto al Sud e nelle Isole (3% contro il 2,4% del 2021), ma anche al Centro (2,8% contro 2,3%) e nel Nord Ovest (2,5% contro 2,1%), dove si sfiorano i valori pre-Covid (2,7% nel 2019).

Nel 2022, le microimprese sono l’unica classe dimensionale che fa registrare un incremento nel nuovo flusso di crediti deteriorati in ogni macroarea, con il valore più alto toccato nel Sud e Isole (3% partendo dal 2,4% del 2021). Un aumento del tasso di deterioramento cospicuo si osserva anche nel Centro (2,8% nel 2022 contro 2,3% nel 2021) e nel Nord Ovest (2,5% dal 2,1%), dove si sfiorano i valori pre-Covid (2,7% nel 2019). Al contrario, le medie imprese rappresentano la sola classe dimensionale che migliora la propria condizione al Sud e nelle Isole: se nel 2021 il tasso di deterioramento era dell’1,9%, nel 2022 il valore scende all’1,8%, pari alla metà del valore registrato nel 2019 (3,6%). Infine, le grandi imprese sono caratterizzate da aumenti contenuti in ogni macroarea meno il Nord Ovest, dove il tasso di deterioramento si mantiene stabile attorno all’1%, come nel 2019.

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