mercoledì, 8 Maggio, 2024
Società

NFT, futuro dell’arte tra tante incognite

Gabriel Garcia Márquez diceva: “L’ispirazione non dà preavvisi”. Ma potremmo dirlo anche del mondo dell’arte? Così rivoluzionario, innovativo, sempre in movimento e con uno sguardo al futuro, in grado di coinvolgere vecchi e nuovi attori.

Gli NFT (Non-fungible Tokens) sono stati per buona parte dell’anno la parola d’ordine più popolare in molteplici settori:

  • Finanza
  • Tecnologia
  • Arte digitale
  • Collezionismo

L’entusiasmo su larga scala suscitato dai diversi risultati nelle aste delle case più prestigiose e dalle collaborazioni con case di moda e hotel ha portato molti ad investire in questa porzione di nicchia della finanza.

Per capire come gli NFT possano avere un impatto reale bisogna aver chiari tre elementi: cosa sia la fungibilità; cosa renda questi asset non convertibili e, non meno importante, perché gli NFT trovino applicazione nelle collezioni di arte digitale.

La prima domanda che ci dobbiamo porre è questa: “Che cosa si qualifica come non fungibile?”. Una carta collezionabile a tiratura limitata, ad esempio, sarà unica e avrà, già solo per questo, un proprio valore. Oltre a quello intrinseco, la sua storia e la sua rarità concorreranno a incrementare detto valore. Difficile però stabilire per tali oggetti un valore univoco e ciò implica, a volte, l’impossibilità di procedere al loro scambio con il giusto corrispettivo. Anche opere d’arte famose – come ad esempio “Concetto Spaziale” di Lucio Fontana (i famosi tagli) – possiamo definirle non-fungibili, a causa di tutti i fattori che le rendono uniche. Le repliche possono sembrare indistinguibili, ma non possono mai sostituire l’originale in appello o valore, rendendo l’originale non leggibile.

Entrando nello specifico, gli NFT “Non-fungible Token” sono collegati ai certificati digitali basati sulla tecnologia blockchain, ossia creati appositamente per soddisfare l’esigenza di certificare (e rendere uniche) opere d’arte e non solo.

Il processo di tokenizzazione significa trasformare qualcosa. Nel caso specifico degli NFT, significa prendere una risorsa digitale come un video, un brano musicale, o una fotografia, trasformandolo in un token e memorizzandolo sulla blockchain. In termini informatici, viene definita come una sequenza di cifre binarie, che a sua volta viene compressa in un’altra sequenza chiamata “hash” (l’impronta digitale) e tramite il processo di hashing si rende impossibile ricostruire il documento originario da parte di terzi.

Ethereum è la blockchain più popolare per coniare (o tokenizzare) un NFT. Il rovescio della medaglia del conio realizzato utilizzando questa blockchain è rappresentato dall’elevato costo della transazione (noto come gas). Per scambiare un NFT bisogna avere un portafoglio con liquidità in criptovalute e un mercato dove acquistare o vendere.

Il passo successivo è scegliere un marketplace, nel caso degli NFT, OpenSea rappresenta quello con il più alto volume di transazioni di trading, dove sono disponibili anche funzioni per coloro che si approcciano a questo genere di mercato per la prima volta.

Gli NFT possiamo definirli come una nuova forma di arte proiettata verso il futuro, pensata e creata all’inizio da giovani legati alle community degli ambienti hip hop, fashion, fino ad espandersi a mercati differenti, continuando la sua spinta evolutiva.

Ma questo continuo cambiamento potrebbe lasciare intravedere dei punti deboli come:

  • Digitale
  • Volubilità
  • Phishing

Nell’aprile 2022 fu compiuto il furto dei Bored Ape dal valore di milioni di dollari, coinvolgendo il Bored Ape Yacht Club (si tratta solo dell’ultimo furto di NFT messo a segno grazie a un phishing).

Un’altra valutazione da fare al riguardo è capire se acquistare NFT e spendere criptovalute sia uguale o meglio dello spendere carta moneta per un’opera di arte tradizionale. Al riguardo ci sono ancora molteplici incognite che possono essere condizionate dalla differenza dei fattori che influenzano il mercato.

Gli NFT non possono dimostrare l’autenticità dell’arte, intesa come valutazione soggettiva da parte del pubblico e non una qualità dell’arte stessa. Diversamente gli attori del settore, nonché lo stesso pubblico possono essere in disaccordo su quale versione di un’opera d’arte sia la più autentica o quanto l’autenticità debba importare: non c’è tecnologia che possa provare l’autenticità perché l’autenticità non è una proprietà tecnica. Anche il settore dell’arte tradizionale, pur essendo un settore certo, i cui contenuti si basano sull’oggettività della cosa, ha, tuttavia, un punto di debolezza: la circolazione dei falsi d’autore. È evidente a chiunque che essere il proprietario di un Picasso originale, nonostante circolino nel mondo alcune copie, non impedisce all’opera originale di acquisire comunque valore monetario, nonché prestigio nel tempo.

Possiamo quindi concludere che al momento non risulta possibile affermare con assoluta certezza che il mondo NFT rappresenti il futuro dell’arte, ma possiamo senza dubbio osservare che un cambiamento significativo è in atto. Quest’ultimo aspetto sarà compiutamente valutabile solo nel corso degli anni a venire.

In ultima analisi, si può asserire che la tecnologia non sarà in grado di sostituire il valore intrinseco dell’arte tradizionale, in quanto quest’ultima costituisce una insostituibile “testimonianza della nostra esistenza”.

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