martedì, 16 Aprile, 2024
Salute e Lavoro

Prevenzione per evitare la vergogna delle morti sul lavoro

Di fronte agli oltre 1000 infortuni mortali sul lavoro registrati dall’inizio del 2023, occorre rilanciare la prevenzione rafforzandola con gli stessi strumenti della vigilanza in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro.

“Per quanto riguarda la prevenzione nei luoghi di lavoro e la cultura della sicurezza, ha precisato Susanna Cantoni, presidente della Consulta Interassociativa Italiana della Prevenzione (CIIP), le prime ad essere chiamate in causa sono le imprese, a cui spetta il compito di garantire sicurezza e salute dei lavoratori, applicando le misure di prevenzione ampiamente previste dalla normativa vigente. Si riscontra, invece, un deficit di prevenzione o un rispetto spesso formale, in particolare nelle piccole e micro imprese, alle quali sovente vengono appaltati lavori con rischi rilevanti (es. manutenzioni).

E’ necessaria una migliore qualificazione delle imprese, ha aggiunto la Cantoni, e la formazione dei datori di lavoro, oggi finalmente prevista, ma ancora tutta da realizzare, dalla L. 215/21. Su questo argomento, e più in generale sulla formazione di tutte le figure aziendali impegnate nella prevenzione, CIIP ha da tempo formulato e pubblicizzato alcune proposte.”

Ad essere sulla stessa lunghezza d’onda è Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati. “I dati Inail del 2022 attestano un aumento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, ha detto. Resta quindi prioritario adottare iniziative più incisive, soprattutto in termini di prevenzione, per garantire salute e sicurezza sul lavoro. In questo senso credo fortemente nella necessità di diffondere la cultura della legalità per l’instaurazione di rapporti di lavoro regolari e sicuri. Ed è per questo che mi sono impegnato, ha aggiunto Rizzetto, per una celere calendarizzazione della proposta di legge a mia prima firma per l’Introduzione dell’insegnamento, nelle scuole secondarie di secondo grado, del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Perché solo la conoscenza dei propri diritti e delle basi ordinamentali che li regolano consente di difenderli.”

Il ruolo determinante della prevenzione primaria (rimozione o riduzione delle cause) per ridurre gli infortuni e le malattie da lavoro è ampiamente e da tempo dimostrato, ma altrettanto ignorato nelle scelte organizzative e nell’operatività. Analoga osservazione si può fare anche per la prevenzione dei rischi presenti negli ambienti di vita.

Occorrono investimenti e interventi di risorse e culturali; utili incentivi, per le imprese, facilmente accessibili, controllandone l’utilizzo (rottamazione di attrezzature obsolete, meccanizzazione di operazioni rischiose, formazione, ….), ma anche misure più generali che possano incidere sui modelli di organizzazione delle imprese: ad esempio, le misure di sostegno alle imprese, e così pure le misure atte ad incentivare le ristrutturazioni con risparmio energetico, dovrebbero prevedere indicazioni e investimenti per la sicurezza del lavoro e disincentivare la nascita di imprese sprovviste di qualificazione professionale.

Ciò è particolarmente importante in questo periodo di maggiori investimenti e risorse in attuazione del PNRR. Anche il sistema degli appalti e dei subappalti deve prevedere misure che premino la sicurezza e la regolarità dei rapporti di lavoro, sia negli appalti pubblici che in quelli privati.

Necessario anche l’aumento e una miglior qualificazione dei controlli, ma anche delle attività di assistenza alle imprese, come da Piano Nazionale della Prevenzione.

“Ma come è noto le nozze non si fanno con i fichi secchi, ha sottolineato la presidente CIIP: occorrono risorse per acquisire personale preparato e di varie professionalità (medici del lavoro, tecnici della prevenzione, ingegneri, chimici, biologi, psicologi, assistenti sanitari, …). I provvedimenti finora adottati hanno rimpolpato gli organici solo dell’INL. I Servizi di prevenzione delle ASL, che svolgono da decenni attività di prevenzione e vigilanza, si sono sempre più assottigliati (nel  2008 5.060 operatori, nel 2019  2.248 operatori) e oggi sono ridotti allo stremo. Con quali risorse si pensa di aumentare le attività di assistenza e di vigilanza, che non siano solo verifiche formali, ma che contribuiscano ad innalzare il livello di attenzione alla sicurezza del lavoro nel modo del lavoro?

Anche su questo aspetto CIIP ha richiamato a più riprese l’attenzione delle forze di governo nazionali e regionali.

“Se si vuole seriamente affrontare il tema della sicurezza e salute nel lavoro occorre, a mio avviso, conclude Cantoni,un piano articolato su più fronti e non solo soluzioni estemporanee e disorganiche.”

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