L’atteso incontro tra il Presidente del Consiglio e il Ministro di Giustizia si è svolto, quasi simbolicamente, il giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Tre ore di incontro che confermano la fiducia di Meloni nel Ministro e segnano un cambio di registro nei toni e nel metodo per riformare la Giustizia. Si eviteranno strappi e conflitti con la magistratura, come auspicato dal Presidente Mattarella. “Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo Governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile”, ha dichiarato la presidente Meloni.
Di questo nuovo registro si era avuto già un assaggio nell’intervento di Nordio alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione. Ha ricordato come l’attuazione del Piano nazionale di ripresa dia una spinta alle riforme in atto. “Nel solco dell’azione riformatrice avviata dalla spinta del Pnrr, abbiamo la possibilità di conferire al servizio giustizia un volto nuovo, in sintonia con le trasformazioni rapide, e talvolta repentine, dei nostri tempi. Questa è la nostra assoluta priorità, già illustrata nelle relazioni alle commissioni Giustizia e alle Camere”, evidenzia Carlo Nordio che ha aggiunto, “A questa meta stiamo lavorando dal primo giorno del nostro insediamento”, fa presente il ministro della giustizia, “nella consapevolezza che un obiettivo così ambizioso è raggiungibile solo con la leale collaborazione e il costruttivo dialogo con tutti gli attori, nel rispetto delle prerogative di ciascuno”. Il ministro puntualizza un aspetto delicato nel confronto sulla riforma della giustizia.
“Ogni futura riforma, invece, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura”. Carlo Nordio rivolgendosi al Capo dello Stato, ricorda come: “Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono ‘un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione’, come Lei, signor Presidente, ha voluto ricordare solo due giorni fa”.
“Sono principi inderogabili”, conclude Nordio, “che hanno accompagnato tutta la mia lunga attività professionale in Procura. Se non avessi creduto e non credessi nella loro sacralità, non avrei rivestito la toga, come spero di aver fatto, con dignità e onore”.
Quadro in chiaroscuro
Il Primo Presidente della Corte di Cassazione Curzio nella suo intervento sintetizza il “bilancio” della giustizia nell’anno trascorso. Relazione che segnala le criticità e le prospettive per il 2023. “L’analisi sui dati dell’amministrazione della giustizia in Italia nell’anno appena trascorso conferma il quadro in chiaroscuro già descritto nelle precedenti relazioni”. In questo contesto rivela Curzio: “si assiste ad un lento ma progressivo miglioramento della situazione. Continua il processo di riduzione del contenzioso, tanto nel civile quanto nel penale”.
“Non spetta a noi dare giudizi sulle scelte di politica legislativa che il Parlamento ed il Governo hanno operato”, osserva Curzio, “alla giurisdizione spetta interpretare ed applicare le leggi”, ricorda il presidente di Cassazione Curzio delle riforme che hanno interessato “tutti i settori del vasto mondo della giustizia”. “Il programma attuativo originariamente fissato” è stato “modificato, posticipando alcune parti ed anticipandone altre, il che crea motivo aggiuntivo di criticità”, occorre ora “un periodo di adattamento” e di “rodaggio”.
Femminicidio e morti sul lavoro
Nella sua relazione il presidente di Cassazione tocca le punte più drammatiche degli avvenimenti di cronaca.
“Un’ombra inquietante”, sottolinea Pietro Curzio, “rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner. Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione”. Altro tema drammatico su cui il presidente di Cassazione si è soffermato sono gli infortuni mortali.
“Rimane inaccettabile il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno”, ricorda ancora Curzio. Nei primi dieci mesi del 2022, le denunce “sono aumentate del 32,9% rispetto al 2021” e le malattie professionali hanno visto un aumento delle denunce del 10,6%. Questi dati sono una “pesante e grave conferma” della situazione di pericolo e rischio nel mondo del lavoro, evidenzia il presidente di Cassazione.
Mafia e terrorismo, passi avanti
Pietro Curzio riferendosi alla cattura del boss Messina Denaro sottolinea come, “Nella lotta al terrorismo e alla mafia” ci sono stati “passi avanti evidenti, e ne abbiamo avuto conferma di recente con un arresto importante, non solo per contrastare strategie che hanno insanguinato il paese in anni terribili, ma anche nel cogliere mutazioni verso forme altrettanto pericolose”, evidenzia il presidente della Cassazione, “sebbene altrettanto pericolose, sebbene meno visibili, volte ad inquinare settori sani della società civile e dell’economia e ad estendersi verso zone del paese diverse da quelle originarie, come emerge ad esempio dal processo ‘Aemilia”
Ascolto e dialogo nel Csm
Nel prendere la parola il neo eletto vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, rimarca. “E’ solo attraverso il quotidiano esercizio del reciproco e franco confronto all’interno dell’Organo di governo autonomo, con animo volto alla composizione di eventuali differenze ideali, che il Consiglio potrà esercitare con equilibrio i delicati compiti affidatigli dalla Costituzione. L’obiettivo sarà quello di trovare sempre una sintesi, nell’interesse esclusivo dei cittadini”. Pinelli, conferma la sua volontà “di ascolto e di dialogo costante con tutti i componenti del Consiglio Superiore”. “Sento, in questo momento e in questa sede, tutta la responsabilità del compito appena affidato a tutti i nuovi consiglieri, e a me che oggi li rappresento. Sono, e siamo tutti, consapevoli”, sostiene il vicepresidente del Csm, “della delicatezza della funzione che siamo chiamati a svolgere: garantire l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario, “pilastro – come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica – della nostra democrazia”, ricorda Fabio Pinelli. Il Csm, assicura il vice presidente, affronterà “le sfide, numerose e complesse, del sistema giustizia”, conclude Pinelli, “portando avanti al contempo l’ideale del magistrato che noi riteniamo debba essere perseguito: il magistrato che si distingua per il rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone. L’esercizio del potere giudiziario deve sempre compiersi nel rispetto della sottoposizione alla legge del magistrato e nella piena tutela della dignità della persona”.
Recuperare l’efficienza
L’auspicio del Procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato, all’inaugurazione dell’anno giudiziario è quello che “il Paese conservi la fiducia nella giustizia”. A sua volta, la giustizia per il presidente Salvato, “recuperi l’efficienza sulla quale i cittadini possono e devono fare affidamento, grazie all’impegno di tanti servitori dello Stato, i quali quotidianamente operano con discrezione, la cui attività non può essere appannata dai comportamenti devianti di alcuni, che vanno perseguiti e sanzionati”. “L’incremento di fiducia e l’efficienza”, conclude il pg della Cassazione, “esigono tuttavia un’azione riformatrice attenta alla tutela di tutti gli interessi in gioco, chiara e ordinata”.