sabato, 20 Aprile, 2024
Manica Larga

Rimettere i conigli nel cilindro

Un aeroporto come tanti. Sono in coda con altre decine di passeggeri per il bag drop. Dal nulla, si materializza una scorta. Dopo pochi secondi, l’ex politico. Quando arrivo al bar, mi guardo intorno. Ci metto un po’. Gli uomini della scorta si mimetizzano bene e formano un triangolo immaginario con l’ex politico che prometteva equitá a pieni polmoni prima di diventare altro.

Il fatto che l’Italia somigli sempre piú a una polaroid ingiallita forse dipende anche da queste continue promesse tradite. Forse il cilindro da cui tirare fuori il coniglio era solo un trucco. Fatto sta che agli altri non resta che fare i conti con la realtá, citando un recente editoriale scritto dal nostro Direttore.

E, “La realtà è quella di un Paese che si è impoverito. La realtà è che in 20 anni l’Italia è cresciuta dello 0,8% l’anno in media. Cioè nulla. La realtà è che le retribuzioni reali sono diminuite del 12% negli ultimi 15 anni. La realtà è che in competitività l’Italia è al 44° posto su 64 Paesi. La realtà è che abbiamo un debito pubblico pari al 144% del Pil.”

Come cambiare?

Potremmo provare a porci due obiettivi: mettere al centro di tutto l’innovazione e livellare verso l’alto. Innovare per garantire crescita, incrementi salariali e riduzione dei prezzi al consumo. Un auspicabile punto di partenza potrebbe essere quello di aprire le finestre e far entrare l’aria fresca della ricerca applicata. Le universitá dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nel processo, in quanto naturali catalizzatori di cambiamento a servizio della comunitá. Di fatto lavorano a stretto contatto sia con le nuove generazioni ricche di energie e creativitá, sia con i sistemi produttivi che hanno bisogno di essere competitivi.

E poi, livellare verso l’alto perchè, se da un lato le fasce piú abbienti della popolazione sanno badare a se stesse (e anche molto bene), dall’altro un sistema è tanto piú solido quanto piú forte sono i suoi ceti medi. In altri termini occorrerebbe pensare non solo in termini di crescita economica, ma anche di giustizia sociale.

Le due cose lavorano in sinergia, per esempio attraverso percorsi di formazione ad hoc, agevolando la creazione di nuove imprese, attraendo investitori, velocizzando il sistema giudiziario, in sintesi creando le condizioni per la nascita di nuovi ecosistemi imprenditoriali e quindi di nuova ricchezza.

È arrivato il momento di essere realisti, dunque pragmatici. Perchè, come scrive per altri versi l’Economist, è tempo di riporre nel cilindro quei conigli e mettere fine alla politica delle formule magiche se si ha disperato bisogno di far crescere l’economia.

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