giovedì, 28 Marzo, 2024
Attualità

Nel 2023 più coraggio, credere nel Paese, nelle sue imprese e nei cittadini

Fisco equo, welfare che intercetti le nuove povertà e crescita

Un altro anno ci lascia, e diamo il benvenuto al nuovo. Fare il bilancio delle cose passate talvolta può essere un esercizio consolante su cosa si è fatto e su cosa si poteva realizzare di meglio e di più. Noi preferiamo guardate al futuro alle incertezze del domani, perché siamo sempre davanti, come persone e come società, ad un inizio. Essere consapevoli che dobbiamo ragionare, progettare e concretizzare nuove opportunità ci da la spinta a una nuova visione delle cose e del domani.

Il coraggio del futuro

Il 2023 sarà l’anno del Governo del presidente Giorgia Meloni, chiuso in modo concitato il 2022 con la Manovra finanziaria, si aprono nuovi capitoli per l’Esecutivo. Le riforme da portare a termine e gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa. Sono temi non semplici, l’asticella dei problemi sarà più in alto, per questo noi sollecitiamo maggiore coraggio nel definire le scelte. In particolare su una questione strategica per l’economia, e quindi per il lavoro e il sociale. Se, come osserva il premier, l’occupazione non si crea per decreto e non la crea il Governo, ma le imprese, allora bisogna avere obiettivi chiari. Sono le piccole micro, piccole e medie imprese a produrre sviluppo e ricchezza. Sono loro a impiegare milioni di maestranze, sono loro i “soliti noti” a cui si rivolge il fisco. Queste aziende creano quella grande impalcatura su cui si regge la Nazione. Lo fanno ogni giorno e contro anche sistemi inefficienti come la Pubblica amministrazione, un corpo legislativo che inibisce più che promuove l’impresa, un sistema bancario che da alleato dello sviluppo dei territori chiede sempre più garanzie e vincoli rischiando sempre meno e puntando sempre più sugli utili. Certo ogni ambito ha le sue regole, i suoi bilanci e il proprio autogoverno delle cose. Tuttavia, lo sottolineiamo, le imprese danno lavoro, creano ricchezza e permettono all’Italia di essere prima in molti settori in Europa e anche nel Mondo. Dietro questi successi ci sono storie di impegno, i volti e la dedizione di tanti lavoratori. Tutelare il sistema produttivo significa avere un futuro migliore per tutti.

Welfare, fisco e non mollare

L’Italia come è noto ha un sistema di welfare sociale molto esteso, dove l’intervento prezioso del volontariato si unisce a quello determinante dello Stato. Abbiamo una varietà di bonus particolarmente ampia, così come le tutele. Eppure non sempre riusciamo ad arrivare dove c’è la vera povertà, emarginazione ed esclusione. È possibile fare di più, e in questo i sindacati così come le Associazioni onlus e Cattoliche sono attente a monitorare il disagio e sollecitare progetti più aderenti ad una realtà che cambia, che genera nuove disuguaglianze e sfiducia.
Le forme di povertà sono tante. C’è anche quella per cui i poveri fanno di tutto per onorare i debiti mentre i grandi gruppi industriali o finanziari hanno innescato e determinato voragini nelle casse dello Stato e degli Istituti di credito. Abbiamo classi di rating bancario dove le fasce sociali più popolari così come le piccole imprese, riescono con grande sacrificio a onorare gli impegni assunti. Tra l’altro esposti alla scure della Centrale rischi finanziari che in caso di qualche modesto debito fa scattare una tagliola incivile e umiliante. Mentre al rovescio si interviene poco e male, se non in ritardo o addirittura in modo ininfluente, su quel mondo speculativo che crea bolle, che si infiltra ovunque corrodendo una economia sana, che sottrae risorse e opportunità per giovani e impoverisce l’intero Paese. Anche in questo serve più coraggio per realizzare una svolta. Favorire il recupero di chi è scivolato nella povertà, – in questo la Manovra dovrà dare risposte più concrete e puntuali sulla tregua fiscale – perché appare ingiusto sacrificare imprese e cittadini caduti in difficoltà finanziarie mentre possiamo ridare loro forza e motivazioni per continuare e rimettersi in marcia.

La Discussione e gli auguri

Con il 2023 inizia il 71esimo anno di vita de la Discussione, abbiamo festeggiato il 27 luglio 2022 a Roma con tantissimi e graditissimi ospiti i 70 anni di vita in ricordo del nostro fondatore il presidente Alcide De Gasperi, dei tanti protagonisti che hanno reso possibile un vero miracolo editoriale. Con il direttore Giuseppe Mazzei, con l’editore Massimo Pensato, c’erano tanti amici ad iniziare dalle autorità istituzionali come l’allora presidente del Senato oggi ministro, Maria Elisabetta Casellati, l’onorevole Gianfranco Rotondi che festeggiava con noi anche il suo compleanno, e tra gli ospiti anche Giorgia Meloni a cui avevano pronosticato affettuosamente i migliori auguri per l’imminente campagna elettorale. Sono passati solo sei mesi, diremmo un baleno. Un nuovo anno quindi ci attende. Il nostro augurio è rivolto all’Italia, alle sue istituzioni ad iniziare dal presidente Sergio Mattarella, al Parlamento, ai protagonisti della vita politica, economica e sindacale, alle Organizzazioni professionali e di categoria. A tutti i cittadini, e un saluto speciale di buon Anno ai nostri lettori.

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