mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Ambiente

Sviluppo sostenibile: il Sud crocevia tra Europa e area Med

Le diseguaglianze create dalle crisi ambientali, energetica e sociale riguardano anche il nostro Paese con un Mezzogiorno più colpito del resto d’Italia, ma anche con la possibilità di cogliere le opportunità offerte dalla propria collocazione storica e geografica per trasformarsi nel crocevia per lo sviluppo sostenibile dell’Europa nel Mediterraneo. Solo perseguendo obiettivi, concreti, misurabili e coerenti con l’Agenda 2030 Onu è possibile avviare l’inversione di rotta, partendo dalle possibilità offerte dal PNRR. Tra gli strumenti anche lo sviluppo di una blue economy multidimensionale come è stato ricordato al Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato dall’ASVIS: “Tra le priorità su cui intervenire c’è quella di consolidare i rapporti euromediterranei – ha affermato il Coordinatore delle politiche per il Sud del gruppo di lavoro sul Goal 11 dell’ASVIS, Piero Lacorazza -. Bisogna agire concependo l’Italia non solo come un ‘molo’ nel mare dal punto di vista commerciale, produttivo, logistico ed energetico, ma soprattutto come un ‘ponte’ tramite cui scambiare conoscenze, relazioni, risorse umane e rafforzare il dialogo tra le diversità del Mediterraneo, per l’elaborazione di una cultura capace di fare tesoro del passato e affrontare il presente guardando al futuro, la base su cui si fondano la storia e l’identità dell’Italia e della civiltà europea”.

Gli obiettivi da raggiungere per il cambiamento

Al Festival, l’ASVIS ha presentato dieci proposte per trasformare il nostro Sud nel perno del Mediterraneo: 1 – Sviluppare e rendere permanenti i rapporti euromediterranei anche tramite un appuntamento annuale orientato all’attuazione dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. 2 – Impegnare l’Italia verso un deciso rafforzamento dell’Unione europea, tramite un piano incisivo e duraturo sulla fiscalità, per aiutare le imprese e sostenere l’occupazione, specialmente di giovani e donne. 3 – Investire in ricerca e tecnologie per l’agricoltura, che nel Sud è particolarmente vulnerabile all’impatto dei cambiamenti climatici. 4 – Valorizzare il potenziale ambientale e culturale del Mezzogiorno, poco conosciuto e poco utilizzato, come volano di uno sviluppo sostenibile. 5 – Fare del Sud uno snodo nazionale e mediterraneo per la produzione di energie rinnovabili, da mettere a disposizione anche per il resto del Paese. 6 – Aumentare i posti negli asili nido, nel tempo pieno, nelle mense scolastiche e creare strutture per la formazione di ragazze e ragazzi. 7 – Sostenere e qualificare l’Università del Mezzogiorno, anche per lo sviluppo degli ecosistemi dell’innovazione e creare una rete euromediterranea degli Atenei. 8 – Incrementare il numero dei medici e del personale sanitario incentivandone la presenza al Sud, in particolare nelle aree interne. 9 – Avvicinare il Sud a sé stesso investendo su collegamenti ferroviari e stradali sostenibili lungo la dorsale appenninica, barriera tra i corridoi adriatico, tirrenico e il bacino dell’arco ionico. 10 – Creare l’infrastruttura amministrativa e istituzionale necessaria a favorire una buona progettualità per utilizzare al meglio le ingenti risorse disponibili con il PNRR, la politica di coesione Ue 2021-2027, la legislazione ordinaria e creando un’Unità di missione presso l’Agenzia per la coesione territoriale.

Lo sviluppo sostenibile passa per la formazione

Ma la transizione ecologica verso un vero sviluppo sostenibile dell’intero Paese, Sud compreso, è raggiungibile solo attraverso una modifica profonda dei modelli educativi prevalenti. Nel Quaderno “Educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale” presentato dall’ASVIS al Festival l’apprendimento permanente è indicato come “la chiave del cambiamento culturale necessario ad accelerare la transizione”. Per “imparare a vivere con una visione d’insieme, orientata alla sostenibilità e al bene comune”, si legge nella pubblicazione, bisogna “assicurare a tutti un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente in ogni fase della vita”.
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