mercoledì, 24 Aprile, 2024
Lavoro

Aumenta pessimismo tra le imprese italiane

Dall’indagine condotta dalla Banca d’Italia presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, emerge che nel terzo trimestre sono ulteriormente peggiorati i giudizi sulla situazione economica generale del Paese. Il pessimismo delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi si è acuito, continuando a riflettere principalmente l’incertezza imputabile sia ai fattori economici e politici che all’andamento dei prezzi delle materie prime. Per quasi un terzo delle aziende, le difficoltà legate al costo dell’energia sono state maggiori che nel trimestre precedente. L’impulso della domanda, che aveva sostenuto l’attività negli ultimi trimestri, è venuto meno e le attese delle imprese non ne prefigurano una ripresa nei prossimi mesi. Al peggioramento dei giudizi sulle condizioni per investire si è associata una moderata revisione al ribasso dei piani di investimento per il 2022 da parte delle imprese industriali in senso stretto e dei servizi, che tuttavia continuerebbero ad accrescere la spesa. L’espansione dell’occupazione proseguirebbe, sebbene a ritmi più contenuti.   Le attese sull’inflazione al consumo sono ulteriormente aumentate, superando il 6% sui 12 mesi e attestandosi su valori intorno al 5% anche sugli orizzonti più distanti (a 2 anni e tra 3 e 5 anni). Anche la dinamica dei prezzi praticati dalle imprese si è rafforzata e rimarrebbe sostenuta nei prossimi 12 mesi, sospinta dai rincari degli input produttivi e dalle più elevate attese di inflazione. Per le imprese industriali e dei servizi, il saldo tra i giudizi di miglioramento e peggioramento della domanda complessiva nel terzo trimestre è tornato negativo per la prima volta da inizi 2021, a -3,7 punti percentuali (da 17,6).   La riduzione è stata particolarmente marcata nel Nord Est e nel Mezzogiorno (-12,7 e -8,9, entrambi da circa 17). Anche la componente estera avrebbe perso slancio nel terzo trimestre: il saldo percentuale tra giudizi di aumento e diminuzione è divenuto nullo (da 19,3). Le imprese non prefigurano un miglioramento delle vendite nel quarto trimestre: la quota di chi prevede una diminuzione supera quella di chi si aspetta un aumento di 4,8 punti percentuali per la domanda totale e di 0,7 punti per la componente estera. Nel settore delle costruzioni sono rimasti invece positivi sia il saldo sull’andamento della domanda corrente (8,4) sia quello sulla domanda attesa (15,0), sebbene entrambi si siano notevolmente ridotti rispetto alla precedente rilevazione (20,4 e 25,7).

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