giovedì, 21 Novembre, 2024
Esteri

Boris Johnson e la tempesta perfetta

Il premier inglese ama l’azzardo. Fin dai giorni ribelli di Eton (la prestigiosa scuola nel Berkshire culla dell’establishment britannico) ha saputo mescolare fiuto e coraggio nel cogliere il momento giusto con il gusto della provocazione che tanto piace a un certo coté d’Oltremanica.

Stretto nella polemica interna dallo scandalo dei parties tenuti a Downing Street in piena pandemia,  ha saputo distogliere l’attenzione ringhiosa dei tabloid con una politica estera assertiva, impegnandosi fin dalla primissima ora in Ucraina insieme ai cugini americani. Con tempismo e ampia pubblicità si è recato a Kiev facendosi fotografare lungo i viali e le strade della città ricolme di macerie a fianco di un Zelensky in abbigliamento militare, prodigo di riconoscimenti per il leader britannico.

Ma ora una nuova battaglia è tornata ad affacciarsi per le strade di Londra,  soprattutto là dove l’economia reale incontra la finanza e la speculazione: nella city. Il pound è sceso del 10% negli ultimi mesi. “Niente di allarmante” è stato detto ancora poche settimane fa: era già sceso nei giorni della Brexit sull’onda delle preoccupazioni della comunità finanziaria europea e degli investitori. Ma ora la rapida discesa preoccupa molto il Tesoro di sua Maestà.

Il costo della vita nella capitale sta aumentando costantemente, mentre nel resto del Paese i laburisti continuano una campagna martellante sulle difficoltà della classe operaia e della piccola borghesia alle prese con i costanti rincari. Propaganda politica che ha già dato risultati negli ultimi appuntamenti elettorali che hanno visto il partito di Johnson perdere collegi storici.

Ma ormai non è più solo propaganda. Ne sanno qualcosa anche gli italiani che continuano a vivere in Inghilterra: parlano di una Londra incredibilmente cara con affitti che se prima era proibitivi ora sono diventati insostenibili. Comprare al supermercato prodotti freschi sta diventando un lusso e i prezzi lievitano di settimana in settimana.

La tempesta perfetta si sta avvicinando alle coste d’Oltremanica. Una sterlina debole, in una nazione che dipende molto dalle importazioni estere, senza più l’ombrello della libera circolazione europea, deve misurarsi con inflazione, consumi che si contraggono e portano a un’economia che rallenta. I fondi speculativi stanno già annusando l’aria e scommettono contro il Paese.

Johnson ha un nuovo serio problema. E questa volta i tabloid non centrano.

Fonte foto: wikipedia.org

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