venerdì, 19 Aprile, 2024
Politica

Fisco. Centrodestra sul piede di guerra. Draghi: nessun aumento di tasse

Martedì il Presidente del consiglio vede Salvini e Tajani, su catasto, aliquote e flat tax. Sul voto di fiducia Governo in bilico. Patrimoniale Cgil, no dell’esecutivo

Da oggi il Centrodestra avrà quattro giorni per trovare una intesa su aliquote, catasto e flat tax sulla riforma fiscale e dare una risposta al premier Mario Draghi. Martedì il presidente del Consiglio vuole ascoltare dai leader di Lega e Forza Italia quali le loro proposte per portare in salvo la riforma, oppure se si vuole innescare un resa dei conti nella maggioranza di Governo. Draghi non chiude la porta alla “limatura” del testo in discussione ma nemmeno prevede di rinunciare all’impegno di Governo che come spiegato in più occasioni dal premier non ci saranno aumenti di tasse. Da Palazzo Chigi ieri una nuova puntualizzazione: “Il governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse. Il governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi”. Sulla ipotesi di rottura dei leader di Lega e FI, Salvini e Tajani, il premier smussa gli angoli. “La posizione della Lega era prevista”, commenta Draghi, “quindi andremo avanti. C’è stato un voto in commissione, è stato vinto dal governo due volte. Speriamo di vincere di nuovo”.

Catasto e fisco i sospetti del Centrodestra

Il risultato di quel voto sul Catasto però brucia ancora nei rapporti di maggioranza.
Lega e Fi tornano sulla ipotesi di scongiurare tasse sulla casa, e puntano il dito sul sistema duale, che prevedrebbe un’aliquota unica per tutto ciò che è fuori dall’Irpef progressiva. Si tratta di questioni tecniche, di decimali, di percentuali e di un testo rielaborato dal Ministero dell’economia e Finanze che prevede un passaggio intermedio, transitorio, a due aliquote: in cui però – e sono segnali certi per Lega di nuove tasse – dovrebbero trovare spazio le cedolari sugli affitti (21 e 10% oggi), oltre ai titoli di Stato (12,5%) e alle altre rendite finanziarie (al 26%). Non solo nelle votazioni in commissione Lega, Fi e FdI si sono visti respingere le proposte di abolire la trasformazione in sovraimposte delle attuali addizionali Irpef e di passare da addizionali a compartecipazioni. Così il tema dei numeri è passato a quello politico spinosissimo delle tasse. Il Centrodestra sul fisco vuole da Draghi nuove garanzie e non solo scritte nei comunicati. Ieri è stata rilanciata la dichiarazione rassicurante del premier: “Nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani”, ma Salvini e Tajani vogliono l’incontro e un impegno scritto con “garanzie per escludere anche in futuro”, aumenti. Sul tavolo della trattativa c’è poi la richiesta di stralciare la riforma del catasto e quella di allargare la platea delle partite Iva beneficiarie della flat tax.

Sindacati e patrimoniale

Molto fanno discutere le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini sui redditi e i patrimoni più alti, il leader sindacale ha chiesto a Draghi e al ministro del lavoro Orlando, “dei prelievi di solidarietà per tutelare chi sta peggio, chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese”. L’ipotesi è che il Governo chieda un prelievo per quanti hanno un Isee “sopra il milione di euro”. Nel merito la Cgil spiega così la sua richiesta. “Serve introdurre un intervento su chi ha redditi e patrimoni più alti, un prelievo, un contributo di solidarietà. Cinque miliardi non sono sufficienti, serve uno scostamento di bilancio perché c’è una emergenza sociale”, dice Landini. Parole e ipotesi che il Governo non ha raccolto né commentato.

Strappi e litigi

Se la situazione economica rimane complicata e di profonda incertezza con il proseguire della guerra in Ucraina, l’inflazione, il caro carburante e il costo delle materie prime, quella politica vede il pressing dei partiti per uno scostamento di bilancio per ora respinto dal Governo, forse se ne riparlerà a fine mese. Ma le traversie sulla delega fiscale non sfuggono a Draghi, con tutti i rischi e le ricerche di incidenti politici. Il premier mostra disponibilità al dialogo ma nel contempo non chiude all’ipotesi di un voto di fiducia. Un passo che porterebbe ad un chiarimento anche all’interno della maggioranza e non sarebbe indolore.
Sulla delega fiscale il sismografo dello stato d’animo e relazioni nella maggioranza, c’è stata un’altra giornata di schermaglie. “Al momento non ci sono le condizioni per approvare la delega”, commentano i deputati Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli in una nota concordata con Salvini.
Forza Italia si preoccupa, invece, di mantenere uno spiraglio di dialogo. “Il governo non impedisca il confronto chiedendo la fiducia”.
La bagarre in commissione Finanze sulla delega fiscale, con lancio di appunti, microfoni che volavano e commessi costretti all’intervento, spiega bene la tensione. Martedì prossimo dopo l’incontro si vedrà se le posizioni di critica erano scontate e “previste” come osserva il Premier, oppure ci sarà la fiducia in Parlamento e un Governo sorretto da una nuova possibile maggioranza.

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