venerdì, 26 Aprile, 2024
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L’inflazione non spaventa se la crescita galoppa

La riduzione degli stimoli monetari non ha provocato scossoni sui mercati, tutt’altro. Anzi. L’indice S&P500 tocca nuovi massimi e si avvicina al record del 1995. Da marzo 2020 ad oggi l’ascesa dell’azionario è stata  non solo velocissima ma inarrestabile. Secondo molti analisti, nonostante tutto, il quadro complessivo non è di sovradimensionamento, anche se ci si aspetta una normalizzazione. Ma quando arriverà?

L’inflazione Usa è ai massimi da 30 anni e la Fed ha non solo annunciato il tapering, ovvero il piano di riduzione degli stimoli monetari. Come riportato in un’interessante intervista sul Sole 24 Ore , secondo Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset  di Pictet Asset Management, sia il quadro di ripresa economica che l’inflazione portano a pensare a rendimenti  del decennale Usa, tra un anno, poco sopra il 2%, con scarse preoccupazioni anche sull’azionario sin quando i tassi reali resteranno così bassi. L’unica incognita sarà l’inflazione: dovrà dimostrarsi veramente temporanea e non fuori controllo.


L’occupazione Usa come osservatorio privilegiato

L’economia statunitense ha rapidamente recuperato i posti di lavoro persi con l’allentamento delle restrizioni e l’ultimo dato ha mostrato questa forza con l’aggiunta di 531.000 occupati negli Stati Uniti a ottobre, mentre il dato del mese precedente è stato rivisto al rialzo di 118.000 unità.

La crescita dell’occupazione Usa ad ottobre è risultata saldamente sopra le attese , con contestuale calo della disoccupazione anch’esso sopra le attese.


L’Europa , timori e nuove attrattive

Il Vecchio Continente, grazie al, PNRR, potrebbe tingersi di nuovo. Riforme, orientamento alla transizione ecologica ed energetica, e prezzi sui listini in media inferiori a quelli Usa la fanno tornare al centro dell’interesse degli investitori.

Come sappiamo l’Italia è il principale beneficiario dei fondi europei, motivo per il quale è necessario valutare non solo i piani di attuazione dei progetti, ma anche gli orientamenti d’investimento del Belpaese rispetto agli altri paesi europei. Motivo per cui, gli analisti, guardano con interesse all’appeal dei titoli italiani.

La risposta alla pandemia è stata più veloce e più efficace rispetto all’altra sponda dell’Atlantico (al netto di un’altra ondata nascente?) e ciò ha colpito positivamente gli investitori. Se a ciò si aggiungono le aspettative al rialzo sui listini, con previsioni di crescita del Pil e dei profitti maggiori , il connubio è chiaro.

I settori chiave

Nei giorni scorsi l’Eurostoxx 600, ormai sopra quota 480, sembra poter toccare quota 500, mentre il Ftse Mib, dovrebbe poter toccare quota 28.000.

Gli analisti prediligono i settori consumer, industrial, delle energie rinnovabili, digital e tutto ciò che ruota intorno alle società specializzate nella transizione energetica e decarbonizzazione.

Con prudenza, lungimiranza, diversificazione e rispetto del proprio profilo di rischio alla guida di qualunque scelta.

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