giovedì, 25 Aprile, 2024
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Non bastano le proteste. Morti sul lavoro. Servono più ispettori e sanzioni

Di lavoro si muore ogni giorno. Sempre di più emergono carenze di sicurezza, sottovalutazione dei pericoli, macchine obsolete e sistemi di controllo che sono aggirati o funzionano male. Sembra ormai una strage che di anno in anno  aggrava il nunero delle vittime.

La cadenza è stata quotidiana: un operaio di 36 anni in provincia di Bergamo precipita da un’altezza di 8 metri, nell’azienda Toora Casting, che produce componenti di alluminio. Due vittime a Foggia e a Chieti: un operaio schiacciato da una lastra e un agricoltore travolto dal trattore. La giovane Laila El Harim uccisa dalla fustellatrice a cui lavorava, nel Modenese. Un caso simile a quello di Luana D’Orazio, intrappolata dall’orditoio di un’azienda tessile nel pistoiese. Fatti drammatici che hanno richiamato l’attenzione del premier Draghi che ha parlato di “situazione inaccettabile” e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha chiamato il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, per acquisire informazioni sugli ultimi incidenti sul lavoro e le iniziative adottate dal ministero.

I DATI INAIL
Il presidente dell’Inail, Franco Bettoni ricorda che le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e giugno 2021 sono state 266.804 (+8,9% rispetto allo stesso periodo del 2020), 538 delle quali con esito mortale (-5,6%). “E’ indegno, indecoroso quello che succede, non si può continuare a morire sul lavoro”, osserva sollecitando, “un cambio di rotta, un salto di qualità “. L’obiettivo è sviluppare una cultura nuova nel Paese su salute e sicurezza sul lavoro, basata sulla prevenzione.

LE PROPOSTE DEI SINDACATI
Ad essere in prima linea sono i sindacati che incalzano il Governo ad agire subito iniziative da tenere nei prossimi giorni. Si tratta di percorsi da condividere con le parti sociali per mettere in campo strumenti di prevenzione. Il segretario della Cgil Landini propone una patente a punti per imprese, investimenti sulla formazione di lavoratori e di chi dirige le imprese, potenziamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro e dei servizi di medicina territoriale, costituzione di una procura comune del lavoro. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, parla di “una situazione incresciosa che reclama interventi urgenti per intensificare i controlli e sanzionare pesantemente le aziende che non rispettano le norme su sicurezza e tutela della vita”.

PIÙ ISPETTORI DEL LAVORO
Una prima decisione arriva con l’attuazione di una Cabina di regia con il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e sociali. Il primo fatto importante è avere accelerato la procedura di assunzione di 2.099 nuove risorse all’Ispettorato Nazionale del lavoro, di cui 1053 ispettori, cui vanno aggiunti 184 amministrativi già previsti dal “DL Recovery”, per un totale di 2.283 assunzioni. Analoghe misure di aumento degli organici sono state sollecitate anche per i servizi ispettivi delle Asl. E’ stata poi istituita una Task force nel settore della logistica e trasporto merci allo scopo di individuare tempestivamente e contrastare i comportamenti illegali nel settore della logistica e del trasporto. Controlli estesi per la verifica della congruità della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili, sia pubblici che privati.

SANZIONI SEVERE
Il Ministero inoltre potenzierà le misure sospensive e interdittive, colpendo le imprese che si trovino in particolari condizioni di illegalità. Ci sarà poi l’attribuzione di un nuovo strumento operativo in capo agli organi di vigilanza, per un intervento diretto, urgente e risolutivo in materia di tutela della sicurezza del lavoro, del contrasto allo sfruttamento e al lavoro irregolare.

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Redazione

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