domenica, 17 Novembre, 2024
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Cripto-Art e Cripto-valute: servono regole certe e subito

È trascorsa, ormai, una dozzina d’anni dalla creazione di quella prima criptovaluta il cui valore sembra viaggiare perennemente sulle più spericolate montagne russe e che prende il nome di Bitcoin. Nel corso degli anni il fenomeno delle valute virtuali continua a registrare un vorticoso sviluppo e il solco giuridico-finanziario tracciato da Bitcoin ha aperto la strada a oltre 5 mila criptovalute esistenti in tutto il mondo.

 

Tecnologia Blockchain e risvolti evolutivi

Fino al 2017, anno in cui è stata registrata l’esplosione della quantità di transazioni effettuate con la valuta virtuale e di conseguenza del valore di mercato di quel bene immateriale la cui domanda cresceva in maniera vertiginosa, il fenomeno sembrava interessare più che altro gli esperti informatici. Il fenomeno affascinava per i suoi aspetti tecnici frutto della tecnologia Blockchain e per quei risvolti evolutivi che avrebbero trovato applicazione nei più disparati contesti, come smart contracts e altro.

La criminalità organizzata transnazionale a caccia di anonimato

Nel frattempo, la criminalità organizzata transnazionale, sfruttando le potenzialità della rete che abbattono qualunque barriera territoriale, si garantivano l’anonimato e la non tracciabilità dei movimenti, quindi, l’impunità. Le criptovalute venivano scambiate in modo del tutto anonimo con armi e sostanze stupefacenti nell’area del DarkNet.
A quel punto la situazione è diventata urgente e ci si è accorti di quanto fosse necessario fornire gli strumenti regolatori delle questioni giuridiche che scaturiscono dall’impiego delle criptovalute.

 

Il dittongo cripto Art e cripto valute

A complicare ulteriormente il quadro dei cripto-asset ci ha pensato l’avvento della Cripto Art in cui a farla da padrone sono gli NFT (non-fungible token) costruiti, anche questi, su tecnologia blockchain e – a differenza dei bitcoin – non fungibili.
Il dittongo arte digitale (NFT) e criptovalute ha stravolto il mercato dell’arte, sbaragliando quel il tradizionale carattere legato alla dimensione emotiva tipica del collezionismo, per lasciare spazio alla spregiudicata aspettativa di aumento e consolidamento del valore di quelle opere il cui valore artistico e culturale finisce, tuttavia, per essere vergognosamente svilito.
Chi scrive è sempre più convinto del valore delle regole e di come queste, per poter essere considerate valide e condivise, devono essere capaci di precedere l’evoluzione dei fenomeni per disciplinarne lo sviluppo, gli esiti e le ricadute. Un intervento legislativo ritardato rischierebbe di risultare abnorme e, quindi, di non riscuotere il consenso generale. Del resto, basti osservare cosa è già accaduto con i famigerati monopattini le cui ruote scorrono, sempre più velocemente, in via dell’anarchia oppure sostano in piazza della sregolatezza.

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