sabato, 16 Novembre, 2024
Sanità

Medici, ultimatum al Governo. Anelli (Fnomceo): Subito un confronto sul Piano

“Aprire la questione medica”. Le tensioni erano nell’aria ma ora tra la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) e il Governo si è ad un passo dalla rottura. Il presidente della Federazione, Filippo Anelli in un lungo documento, è categorico: “Disagio intollerabile in tutte le componenti della Professione: chiediamo confronto con Ministro”. L’ultima polemica è sul “green pass”: con la sua durata di sei mesi dalla vaccinazione, escluderebbe di fatto i medici, vaccinati a gennaio, dalla possibilità di spostarsi, di accedere a servizi. “E forse persino, in assenza del richiamo, dalla possibilità di stare in corsia. Creando, in ogni caso, problemi burocratici e organizzativi, in un contesto di scarsità di vaccini”, sottolinea critico la Fnomceo.

 Ma il disagio dei medici tocca tutte le componenti della Professione, dagli ospedalieri ai medici di famiglia, dagli operatori del 118 agli specialisti ambulatoriali, dagli specializzandi ai pensionati, dai medici delle Rsa a quelli dell’ospedalità privata, è “ormai intollerabile”.“I medici sono stremati”, osserva il presidente Filippo Anelli, “Si sono spesi senza risparmiarsi per far fronte alla pandemia, non solo curando i pazienti, ma cercando di puntellare, con la loro disponibilità e abnegazione, tutta una serie di carenze strutturali”. La lista delle rivendicazioni e dei “sacrifici” è lunga.

 

Le richieste al Governo

“Gli specializzandi”, ricorda il presidente della Fnomceo, “sono stati sbalzati in prima linea, maturando in un anno esperienze che non avrebbero fatto in un decennio. I medici del 118, in alcune Regioni, hanno colmato le carenze organizzative, sobbarcandosi anche compiti diversi dall’emergenza: andando nelle case dei pazienti e riducendo le ospedalizzazioni ingiustificate”. I medici di famiglia si sono ritrovati soli sul territorio, abbandonati a loro stessi, senza protocolli di sicurezza, senza strumenti, senza protezioni. “E, dopo aver dato la piena disponibilità a contribuire alla campagna vaccinale”, contesta la Federazione, “ricevono le dosi ‘con il contagocce’, quasi senza preavviso, e hanno poche ore di tempo per programmare la somministrazione ai loro assistiti, prima che il preparato ‘scada’. I medici pensionati che hanno risposto al primo bando per farsi vaccinatori si vedono ora bloccare la pensione, con compensi per la nuova attività di molto inferiori a quelli che avrebbero percepito stando a casa”.

“Continuando con gli straordinari non pagati, con i turni prolungati oltre la timbratura, con i giorni di ferie persi. Con i compensi per attività nuove, come la vaccinazione anti-covid per i medici di famiglia, fermi a quelli di vent’anni fa per attività ormai ordinarie; eppure, rinfacciati dai media e dalla politica

“Ora la politica dei disinvestimenti, grazie all’impegno degli ultimi Governi, e dei relativi Ministri per la Salute, in particolare dell’attuale Ministro, Roberto Speranza, sembra essere storia del passato: e il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, pur con le sue tante zone d’ombra, può essere davvero l’occasione per rilanciare e riformare il Servizio sanitario nazionale

 

Visione d’insieme della sanità

 C’è un rischio da scongiurare, quello di finanziare una sanità divisa disunita dalla una visione d’insieme.

Insufficiente è per la Federazione l’integrazione tra ospedale e territorio, insufficiente il potenziamento dell’uno e dell’altro comparto. Sarebbe inutile aumentare i posti letto, nelle rianimazioni, se non si assumesse personale opportunamente formato per gestirli. Così come per la Federazione, è “inutile costruire le Case di Comunità, se non si prevedesse di riempirle di professionisti: rischierebbero di rimanere Cattedrali nel deserto. Sarebbe inutile parlare di prossimità se poi si lasciassero, ancora una volta, da soli i medici della medicina generale, senza dotarli di strumentazione adeguata, senza affiancarli con infermieri, assistenti di studio, oss, per non parlare di ostetriche, psicologi, fisioterapisti, tecnici di laboratorio”. La via indicata dell’Ordine dei medici è quella di una atteso confronto di merito.

L’appello finale è rivolto al Governo e al ministro.

“E allora, ci appelliamo ancora una volta al Ministro Roberto Speranza, che sin dall’inizio del suo mandato, e poi durante tutta la pandemia, ci ha sempre fatto sentire il suo impegno e la sua vicinanza: apra, con i medici, un confronto aperto, permanente, diretto”, conclude Anelli.

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