lunedì, 16 Giugno, 2025
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L’improvvisa scomparsa di “Mario” Scali

L’11 Giugno è deceduto a Roma il galantuomo “Mario” Scali (il cui primo nome – da tutti ignorato – in realtà, era Giuseppe) personaggio notissimo per gli incarichi di rilievo rivestiti nella Pubblica Amministrazione, con una lunga permanenza ai vertici dei ruoli direttivi della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il suo improvviso decesso ha destato viva commozione.

Questo il ricordo che di lui ha scritto l’On. Mario Tassone, che lo aveva avuto alla guida del suo gabinetto di viceministro dei Trasporti, e che volentieri pubblichiamo:

“Ci sono delle persone che riteniamo impossibile che ci possano lasciare.

Mario Scali, scomparso da qualche giorno, sprigionava energia.

Una personalità ricca di umanità, dotata di grande intelligenza.

Non conosceva riposo ma un continuo pensare a costruire progetti e immaginare scenari interessanti: una forza del pensiero inimmaginabile.

Mario non si arrendeva mai.

Ragionando superava gli ostacoli.

La volontà sfida le situazioni difficili che sono impossibili se manca.

È la contrapposizione di sempre tra passione e inerzia, tra servizio e vivere chiusi nel proprio “io”, fra coraggio e debolezza, tra operare con le proprie idee o assoggettarsi a quelle altrui.

Una personalità gelosa della propria libertà in un mondo che spegne il fuoco che è degli spiriti liberi.

Per Mario ogni situazione era degna di riflessione, utile anche quando gli ostacoli non si superavano, che per Lui, quando erano ingiusti, erano destinati all’ecclissi.

Scali metteva tutti a proprio agio ascoltando con un fare che usciva dal sottobosco dei potenti sussiegosi e distratti. Ha guidato il mio ufficio di Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti per 5 anni.

Sono stati anni intensi con obiettivi raggiunti che erano impensabili.

Il supporto di tanti collaboratori è stato prezioso.

Il clima era ottimo anche per la opera infaticabile di Mario, riferimento di tutti.

Io non mi son sentito mai solo o compresso sotto il peso dei problemi…c’era sempre Mario da coinvolgere e a mobilitare. Fino all’ultimo ha servito le istituzioni con onestà e onore.

Una grande lezione di vita che è un manifesto per un mondo delle istituzioni che deperisce e si perde.

Un manifesto contro la resa morale di tanti “ricercatori” di successi personali o dei propri clan.

Ma il lascito più grande di Mario è di essere stato un raro fenomeno in cui i progetti prendevano forma in un orizzonte in cui c’era creatività e la forza di un pensiero alto”.

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