domenica, 15 Giugno, 2025
Società

Tajani: “L’Iran non avrà la bomba atomica, Israele ha il diritto a difendersi”

Il Ministro degli Esteri alle Camere: “Serve fermarsi e ripartire dalla diplomazia. L’Italia non prende ordini, il dialogo è l’unica via”

Informativa di Tajani alle Commissioni Esteri Riunite
Informativa di Tajani alle Commissioni Esteri Riunite

La linea del governo italiano sulla crisi in Medioriente si è articolata ieri nelle parole del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato con un’informativa molto attesa. Il contesto è quello di un’escalation militare senza precedenti tra Israele e Iran, che ha già coinvolto l’intera regione e sollevato preoccupazioni globali sul fronte della sicurezza, dell’energia, della libertà di navigazione e della tenuta diplomatica. Tajani ha scelto toni netti: “Israele ha il diritto di difendersi da una minaccia nucleare imminente. E non può esserci alcuna ambiguità: l’Iran non può dotarsi di una bomba atomica”. Sono parole, queste, che fanno eco alla posizione già espressa in sede internazionale da numerosi alleati occidentali, ma si scontrano con l’accusa di ambiguità mossa da parte dell’opposizione parlamentare.

Secondo quanto riferito dallo stesso Tajani, il governo israeliano avrebbe deciso l’operazione militare ‘Leone nascente’ alla luce di “precise informazioni di intelligence”. Entro sei mesi, Teheran sarebbe stata in grado di dotarsi di almeno 10 ordigni nucleari e di oltre 2.000 missili balistici, in grado di colpire Israele e non solo. Uno scenario considerato “esistenzialmente insostenibile” dallo Stato ebraico, che ha reagito con un attacco coordinato e ancora in corso. “L’operazione”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, “è destinata a durare diversi giorni, se non settimane”.

L’Italia cerca una via autonoma

Tajani ha però insistito nel ribadire che, nonostante la comprensione delle ragioni strategiche israeliane, l’Italia si muove “in prima linea per favorire una de-escalation”. L’obiettivo dichiarato è “tenere vivo il filo del dialogo”. Da qui l’appello rivolto direttamente all’Iran: “Teheran partecipi alla sesta sessione di colloqui in Oman. L’unica via d’uscita è quella negoziale”. Nel corso del suo intervento, il Vicepremier ha rivendicato la “posizione autonoma e trasparente dell’Italia”, precisando che Roma “non prende ordini né da Washington né da altri”. “Siamo orgogliosi di non avere agende nascoste. Perseguiamo il nostro interesse prioritario: garantire la stabilità nel Mediterraneo e in Medio Oriente”.

Tra i passaggi più delicati, quello relativo alla sicurezza dei connazionali. Sono circa 50.000 gli italiani presenti nell’area, di cui 20.000 in Israele e altri 2.500 militari impegnati in missioni operative. “Nessuna criticità al momento e tutti ricevono costante assistenza dalle nostre ambasciate”. Importante anche la rassicurazione circa l’impatto radiologico degli attacchi: “Il direttore dell’Aiea Grossi ha confermato che non ci sono state dispersioni all’esterno, ma solo contaminazione interna agli impianti”.

Schlein e Conte all’attacco

Elly Schlein, Segretaria del PD
Elly Schlein, Segretaria del PD

Durissima la reazione delle opposizioni. La Segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha attaccato il Premier israeliano Netanyahu e accusato il governo italiano di non avere “una linea chiara”. Un’azione unilaterale come quella di Netanyahu rischia di portare il conflitto su scala globale, delegittimando gli organismi multilaterali”. Anche il Leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha usato toni polemici: “Tajani è stato smentito dai fatti e Meloni sembra aspettare Trump per capire da che parte stare. L’Italia non può permettersi ambiguità. Serve una condanna netta e un’azione diplomatica credibile”.

Conte ha inoltre ironizzato sull’agenda politica del fine settimana della maggioranza: “Io non ero a fare rafting con Lollobrigida, ma nelle piazze a contestare il riarmo e le riforme di ingiustizia sociale”.

Crisi umanitaria a Gaza

Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e Giulio Tremonti, politico
Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e Giulio Tremonti, politico

Il Ministro degli Esteri Tajani ha anche affrontato la situazione drammatica della Striscia di Gaza. “È fondamentale il cessate il fuoco, per liberare gli ostaggi, favorire l’assistenza umanitaria e avviare un processo politico”. Tajani ha sottolineato il ruolo dell’Italia nell’accoglienza di rifugiati palestinesi (“siamo il Paese che ne ha accolti di più”) e ha ribadito il sostegno alla soluzione “a due popoli e due Stati”. Ma ha anche puntualizzato: “Oggi riconoscere lo Stato palestinese non produce effetti reali. Serve costruire, passo dopo passo, una realtà politica sostenibile”.

Uno dei punti centrali dell’informativa è stato dedicato alle conseguenze geopolitiche. “La crisi minaccia la libertà di navigazione lungo rotte marittime strategiche per l’Italia e un conflitto prolungato avrebbe ripercussioni rilevanti su sicurezza, economia, energia, aiuti umanitari e flussi migratori”.

Una valutazione condivisa anche nell’ambito dei colloqui diplomatici avvenuti a Roma con i principali rappresentanti della Nato e dei governi europei. “Tutti erano consapevoli di un peggioramento della situazione, ma nessuno immaginava un attacco imminente”.

Una partita aperta

In conclusione il Ministro degli Esteri ha invocato “una rinnovata responsabilità politica, anche nella comunicazione. Le parole contano, così come i fatti. L’Italia ha sempre tenuto una posizione di equilibrio. Ma equilibrio non significa neutralità rispetto a chi vuole destabilizzare l’intero assetto internazionale”. E ha aggiunto, in un appello diretto all’Unione europea: “Serve una voce comune, forte, compatta. Perché da soli si è più deboli, ma insieme si può ancora fare la differenza”.

Il tempo, però, gioca contro. Se i missili continueranno a volare e la diplomazia a restare impotente, il rischio è che il conflitto si allarghi oltre ogni previsione. Tajani lo sa, e ha concluso con un monito: “È giunto il momento di fermarsi, di negoziare. Di lasciare che sia la diplomazia a parlare. Non le armi”.

Intanto da ieri il Premier Giorgia Meloni è in Canada dove da oggi a martedì si svolgerà il G7, con al centro i dossier caldi di Ucraina, Medio Oriente, Iran e Striscia di Gaza.

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