sabato, 7 Giugno, 2025
Attualità

Mare e rincari, parte l’estate tra ombrelloni più cari e urne aperte

È iniziato ufficialmente questo weekend il conto alla rovescia dell’estate 2025. Con l’arrivo del primo vero caldo, migliaia di italiani si preparano a raggiungere le spiagge, popolando lidi e stabilimenti lungo tutta la Penisola. Ma sotto l’ombrellone, quest’anno, troveranno anche qualche sgradita sorpresa. Secondo l’annuale indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori in collaborazione con la Fondazione Isscon, i prezzi dei servizi balneari sono aumentati in media del +2,3% rispetto al 2024, con rincari più marcati in alcune regioni. In particolare, a pesare maggiormente sarà il costo dell’abbonamento giornaliero, cresciuto del +3% a livello nazionale, con una media di 35,74 euro per ombrellone, lettino e sdraio. Una cifra che può lievitare nei fine settimana e nei lidi più esclusivi. Chi vorrà noleggiare pedalò, canoe o tavole da sup – attività sempre più in voga tra i bagnanti – dovrà mettere in conto un aumento del 2% rispetto all’anno scorso. Resta invece stabile l’abbonamento stagionale, che pur segnando un leggero calo nelle preferenze, si mantiene oltre i 2.000 euro in media.
Ma prima di tuffarsi tra le onde, c’è un’altra ‘scadenza’ da rispettare: il voto. Proprio nel primo fine settimana della stagione balneare, domenica 8 giugno (dalle 7 alle 23) e lunedì 9 giugno (dalle 7 alle 15), gli italiani sono chiamati alle urne. Un impegno che non va dimenticato, e per il quale Federconsumatori e Isscon invitano tutti a partecipare, magari andando a votare prima di andare in spiaggia, o al rientro dal mare. Un gesto semplice, che unisce democrazia e tempo libero senza rinunce.

Altri costi

Tornando ai costi, la mappa dei rincari non è omogenea. La Sicilia registra il maggior aumento su base regionale, con un +6% rispetto al 2024, seguita da Sardegna (+4%) e da un gruppo compatto di regioni costiere come Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Basilicata e Liguria, tutte attestate su un incremento del +3%. Una tendenza che si inserisce in un quadro più ampio: negli ultimi tre anni, secondo i dati ONF, i servizi balneari sono aumentati in media del +8%, con punte anche superiori per lettini e pedalò. Di fronte a questi rincari, gli italiani cercano soluzioni più flessibili. Si diffondono infatti le formule ‘mezza giornata’ o ‘happy hour’, che permettono di usufruire dei servizi di spiaggia solo per alcune ore — la mattina o il pomeriggio — a prezzi ridotti, anche fino alla metà del costo dell’intera giornata. Sempre più diffusi anche i pacchetti ‘all inclusive’, che uniscono il posto in spiaggia con pranzo, aperitivo e noleggio di attrezzature, con prezzi variabili tra i 35 e i 50 euro in base al giorno e alla posizione dell’ombrellone.
Accanto al boom di servizi “smart”, emergono anche nuove tecnologie per risparmiare: app e piattaforme digitali che consentono di mettere a disposizione ad altri il proprio ombrellone o lettino nelle ore in cui non si è in spiaggia. Uno scambio a pagamento, ma a prezzo ridotto, che intercetta il bisogno crescente di ottimizzare le spese senza rinunciare alla comodità.

Altre novità

Le novità non finiscono qui. Sempre più stabilimenti, per un supplemento medio di 5 euro, offrono la cosiddetta “assicurazione meteo”, una sorta di garanzia contro i capricci del cielo: se il maltempo rovina la giornata, il cliente può recuperare la prenotazione in un’altra data. Un piccolo costo in più, ma che offre tranquillità soprattutto a chi pianifica con largo anticipo. Resta invece stabile l’offerta di attività benessere: corsi di yoga e pilates continuano ad essere proposti a 15 euro, i massaggi crescono lievemente a 25,60 euro e l’ingresso alle vasche idromassaggio sale del 10%, raggiungendo i 14,90 euro. Anche i servizi esclusivi, come le tende e i gazebo, segnano lievi aumenti: affittare un “ombrellone maxi” costa oggi 28,50 euro (+6%), mentre un lettone per due persone arriva a sfiorare i 30 euro.
In controtendenza, invece, i servizi per gli amici a quattro zampe. Le ‘dog area’ vedono una diminuzione del costo del 5%, segno forse di una crescente domanda che spinge i gestori ad ampliare l’offerta.

 

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