Inutile girarci intorno. Mai come oggi la politica americana del nuovo Presidente Donald Trump sembra essere lontana anni luce da quella del vecchio continente. E anche nella notte tra martedì e mercoledì il Tycoon ha mandato messaggi per poco rassicuranti. Anzi, ha in pratica dato il via a una vera e propria ‘guerra commerciale’ con l’Europa sul tema dei dazi, mandando un ‘appunto’ che non lascia spazi a dubbi: “L’Ue ci tratta molto male e dovrà pagare per questo”. Pronta la replica del numero uno della Bce Lagarde e del Commissario europeo per l’Economia Dombrovskis: “Siamo pronti a rispondere”.
Ma andiamo con ordine e partiamo da quanto detto da Trump durante una conferenza stampa dedicata alle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea: “I Paesi europei saranno soggetti a dazi doganali, è l’unico modo affinché gli Stati Uniti vengano trattati correttamente” è stata l’ammonizione del Presidente a stelle e strisce che ha dunque rilanciato una minaccia già nota ai partner transatlantici: l’imposizione di tariffe sulle importazioni dall’Europa. Accuse dirette, basate su un presunto squilibrio commerciale, e una retorica che richiama i toni della sua campagna elettorale, durante la quale aveva descritto l’Ue come una “piccola Cina” che approfitta dell’economia statunitense.
“Abbiamo un deficit commerciale con l’Ue di 350 miliardi di dollari”, ha aggiunto Trump, aggiungendo che l’Europa, insieme ad altri Paesi, è tra i “grandi aggressori” sul piano economico.
Il mercato unico europeo
In risposta alle dichiarazioni di Trump, la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha sottolineato la necessità per l’Europa di prepararsi a eventuali sfide commerciali. Intervistata a margine del World Economic Forum di Davos, Lagarde ha evidenziato l’importanza di completare il mercato unico europeo, eliminando le barriere interne che ancora ne ostacolano il pieno funzionamento. “Abbiamo creato un mercato unico, ma il lavoro non è finito”, le sue parole. “Con un mercato di consumatori così vasto, dobbiamo attivare il pieno potenziale del potere di acquisto europeo”. La Presidente della Bce ha poi ricordato che la cooperazione e il dialogo con gli Stati Uniti restano cruciali, ma l’Europa deve essere pronta a difendere i propri interessi in modo proporzionato, qualora fosse necessario. Non meno chiaro è stato Valdis Dombrovskis, Commissario europeo per l’Economia, che ha ribadito la posizione ferma dell’Ue nel difendere i propri interessi commerciali: “Se l’amministrazione Trump imporrà nuovi dazi contro i prodotti europei, siamo pronti a rispondere in modo proporzionato, come abbiamo già fatto in passato”, ha detto a chiare lettere.
Secondo Dombrovskis, la relazione transatlantica rimane un pilastro fondamentale per la stabilità economica e politica globale, ma l’Europa non esiterà a tutelare i propri valori e il proprio sistema economico.
Francia e Germania
Una posizione condivisa anche dai leader di Francia e Germania, che hanno ribadito l’importanza di un’Europa forte e unita. Perché in un incontro a Parigi, il Presidente Emmanuel Macron e il Cancelliere Olaf Scholz hanno riaffermato il ruolo cruciale dei loro Paesi nel rafforzare la sovranità europea. Celebrando il 62° anniversario del Trattato dell’Eliseo, Macron ha sottolineato l’importanza di una cooperazione più stretta per affrontare le sfide globali: “Più che mai, spetta agli europei, e in particolare a Francia e Germania, consolidare un’Europa unita, forte e sovrana”, ha dichiarato. Macron ha inoltre evidenziato la necessità di difendere gli interessi europei nel contesto delle relazioni transatlantiche, pur mantenendo un legame strategico con gli Stati Uniti: “Un’Europa impegnata nel legame transatlantico deve anche saper affermare i propri valori e difenderli con i propri strumenti”.
I limiti del protezionismo
Nonostante le minacce di Trump, l’efficacia delle politiche protezionistiche resta oggetto di dibattito. Lagarde ha messo in dubbio la teoria secondo cui una riduzione delle importazioni dall’Europa potrebbe automaticamente tradursi in un aumento della produzione interna negli Usa: “L’economia statunitense è già surriscaldata, con livelli di disoccupazione molto bassi e una capacità produttiva al massimo. Questo approccio richiederebbe tempo per produrre effetti significativi”, ha osservato. La Presidente della Bce ha quindi sottolineato l’importanza di mantenere aperti i canali di dialogo tra le due sponde dell’Atlantico, invitando entrambe le parti a trovare soluzioni condivise per evitare un’escalation commerciale che potrebbe danneggiare entrambe le economie.