Si è tenuta ieri, nella Sala Cavour del Ministero della Sovranità Alimentare e delle Foreste, la commemorazione per il 50° anniversario della nomina di Giovanni Marcora a Ministro dell’Agricoltura. L’iniziativa, voluta dal Ministero e dalla Fondazione Fiorentino Sullo, ha raccolto testimonianze per ricordare l’eredità di un uomo che ha lasciato il segno nella storia dell’agricoltura italiana ed europea. Marcora è stato ministro dal 1974 al 1980, un periodo in cui ha introdotto riforme e progetti significativi ed ancora attuali per il settore.
Ad aprire la cerimonia è stato l’Onorevole Gianfranco Rotondi, che ha descritto Giovanni Marcora come una figura rara, capace di mettere d’accordo tutti per la sua competenza e la sua visione. “Possiamo dire che è stato il miglior ministro dell’Agricoltura nella storia della Repubblica? Non solo possiamo, ma dobbiamo dirlo,” ha affermato Rotondi, sottolineando come il politico lombardo sia stato un punto di riferimento in un periodo di grande complessità politica.
Rotondi ha anche ricordato una frase emblematica di Marcora: “L’ordine non è uno sfizio e la gerarchia non è un capriccio del potere.” Per Rotondi, queste parole racchiudono l’essenza del rigore e del rispetto per le istituzioni che Marcora incarnava. Il suo impegno non era legato a interessi di parte, ma al bene dell’Italia e della sua agricoltura.
Il coraggio del partigiano ‘Albertino’
Luciano Ghelfi, giornalista Rai, ha ripercorso le origini di Marcora, sottolineando il suo impegno nella Resistenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale, con il nome di battaglia ‘Albertino’, Marcora combatté con una brigata partigiana cattolica, collaborando con Enrico Mattei, futuro presidente dell’Eni. Questo periodo lo segnò profondamente e lo spinse, nel dopoguerra, a impegnarsi per ricostruire l’Italia. Ghelfi ha anche raccontato l’importanza del ‘Piano Quadrifoglio’, una delle riforme più significative promosse da Marcora. Si trattava di un progetto per pianificare lo sviluppo dell’agricoltura in modo coordinato e sostenibile. L’idea era di programmare investimenti a lungo termine per rendere il settore più competitivo. Per chi non conosce il termine, ‘pianificazione’ significa organizzare in anticipo le azioni e le risorse necessarie per raggiungere un obiettivo specifico.
Un maestro per molti politici
Tra i relatori è intervenuto anche Bruno Tabacci, che ha condiviso ricordi personali del suo rapporto con Marcora. Lo ha descritto come un maestro politico, capace di formare una nuova generazione di leader. Tabacci ha ricordato come Romano Prodi, futuro Presidente del Consiglio, fosse uno degli “allievi” di Marcora e ne riconoscesse l’influenza.
Marcora, secondo Tabacci, fu un uomo di grande concretezza: tra le sue iniziative più importanti spicca il sostegno alle cooperative di lavoratori. Queste erano organizzazioni che permettevano ai dipendenti di rilevare aziende in difficoltà e salvarle dalla chiusura. Questa attenzione ai problemi concreti lo rese un modello di politica al servizio dei cittadini. Marcora, un esempio di dedizione per l’Europa Il Ministro della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha sottolineato l’importanza dell’opera di
Marcora non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa
Ha ricordato il suo costante impegno a Bruxelles, dove Marcora rappresentava gli interessi italiani all’interno della Comunità Economica Europea, l’antenata dell’Unione Europea di oggi. “Chi non c’è, non può difendere gli interessi italiani” ha dichiarato Lollobrigida, elogiando la dedizione con cui Marcora partecipava ai negoziati internazionali. Lollobrigida ha inoltre menzionato la legge sull’obiezione di coscienza, che permetteva ai giovani di svolgere il servizio civile come alternativa al servizio militare. Questa legge, secondo il Ministro, è ancora oggi un esempio di come le politiche sociali possano integrare il lavoro agricolo, offrendo opportunità formative ai giovani.
Una targa commemorativa
A conclusione dell’evento, Lollobrigida ha consegnato una targa commemorativa a Barbara Marcora, figlia del senatore. Questo gesto simbolico ha chiusa una mattinata dedicata non solo al ricordo, ma anche alla riflessione sull’attualità delle idee di Giovanni Marcora, che continua a ispirare chi oggi si occupa di agricoltura e politica.