giovedì, 21 Novembre, 2024
Attualità

Il Papa: “Aiutare i Paesi poveri per diminuire i flussi migratori”

Il viaggio di Bergoglio in Lussemburgo e Belgio torna a parlare delle guerre: “Pace necessaria, basta inutili stragi”

“Aiutare i Paesi poveri per diminuire i flussi migratori”. Anche dal Lussemburgo, meta iniziale del suo 46esimo viaggio apostolico iniziato ieri, il Papa è tornato su un tema da lui sempre caro: quello dei migranti. Prima della partenza, in mattinata, Francesco ha inviato un telegramma al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Prego per il bene dell’Italia”, il suo messaggio.

Il Lussemburgo

Bergoglio è arrivato in Lussemburgo alle 10 di ieri mattina. Non appena atterrato nel cuore dell’Europa, ha svolto sùbito i primi incontri istituzionali con i Granduchi Enrico di Lussemburgo e Maria Teresa Mestre, con il Premier Luc Frieden e con le varie autorità civili e diplomatiche. Qui ha ribadito l’importanza di sostenere i Paesi più poveri per contrastare le migrazioni forzate, sottolineando come lo sviluppo autentico e integrale non debba “saccheggiare e degradare la nostra casa comune” né lasciare “ai margini popoli o gruppi sociali”. Durante il suo discorso, Francesco ha ricordato che “la ricchezza è una responsabilità”, esortando i governi e le società a prestare attenzione ai Paesi più svantaggiati, affinché possano essere aiutati a superare le loro difficili condizioni di povertà. Obiettivo, trovare una “via maestra” per ridurre il numero di persone costrette a emigrare in cerca di migliori condizioni di vita, spesso affrontando situazioni disumane e pericolose. Il Santo Padre ha inoltre elogiato il Lussemburgo per il suo esempio di accoglienza e integrazione, sottolineando la particolare storia e posizione geografica del Paese, in cui quasi la metà della popolazione è costituita da migranti provenienti da varie parti d’Europa e del mondo: “Il Lussemburgo sia di aiuto e di esempio nell’indicare il cammino da intraprendere per accogliere e integrare migranti e rifugiati”.

Non poteva mancare un appello accorato all’Europa, chiamata a non dimenticare le lezioni del passato e a evitare il ritorno delle ostilità che hanno già segnato la storia del continente. Parlando alle autorità lussemburghesi, il Pontefice ha denunciato “il riemergere, anche nel continente europeo, di fratture e inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte”. Francesco non ha potuto fare a meno di citare indirettamente il drammatico conflitto in Ucraina, aggredita dalla Russia, un conflitto che ha già causato un milione di vittime tra morti e feriti e che ha devastato il Paese. “Come non pensare all’Ucraina?”, ha sottolineato, osservando con dolore come questa guerra sia combattuta tra cristiani che condividono la stessa fede, lo stesso battesimo e la stessa liturgia. Un conflitto fratricida che, secondo il Papa, evidenzia quanto l’umanità sia incapace di imparare dalle sofferenze del passato: “Sì, è proprio un’Europa smemorata quella che rischia di tornare a percorrere le vie della guerr””. In un’epoca in cui la potenza tecnologica amplifica i rischi di conflitto, il Santo Padre ha avvertito che per evitare nuove “inutili stragi” sono necessari “alti e profondi valori spirituali”, capaci di impedire “l’impazzimento della ragione” e un ritorno agli errori del passato.

Denatalità

Un altro tema di rilievo nel discorso del Pontefice è stato l’allarme sulla denatalità, un fenomeno che affligge gran parte dell’Europa e che rappresenta una sfida significativa per il futuro del continente. Con tono scherzoso, Papa Francesco ha esortato i lussemburghesi a fare più figli: “Devo aggiungere una cosa, ho visto la percentuale delle nascite, per favore, più bambini, più bambini, è il futuro”. Ironizzando, ha aggiunto: “Non dico più bambini e meno cagnolini, questo lo dico in Italia, ma voi più bambini”.

Il programma in Belgio

Intorno alle 19 di ieri, il Papa è partito per il Belgio. Nella giornata di oggi vedrà alle 9.15 i Reali e il Primo Ministro Alexander De Croo, seguiti dalle varie autorità civili e diplomatiche. Nel pomeriggio avverrà l’incontro ufficiale con i docenti universitari nella ‘Promotiezaal’ della ‘Katholieke Universiteit Leuven’, la più antica università dei Paesi Bassi e la più antica università cattolica esistente al mondo. Domani avrà inizio la fase finale del viaggio: in mattinata si svolgerà l’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali nella Basilica del Sacro Cuore di Koekelberg; nel pomeriggio la visita agli studenti universitari nell’Aula Magna dell’‘Université Catholique de Louvain’ e l’incontro in forma privata con i membri della Compagnia di Gesù nel Collegio ‘Saint Michel’. Domenica mattina invece, dopo un incontro privato con il Ppresidente (uscente) del Consiglio europeo Charles Michel, Francesco presiederà la messa nello Stadio ‘Re Baldovino’ di Bruxelles, nella quale sarà beatificata la serva di Dio Ana de Jesus. Poi la cerimonia di congedo presso la Base aerea di Melsbroek e la ripartenza per Roma. L’arrivo a Fiumicino è previsto alle 14.55.

Il messaggio a Mattarella

Nel momento della sua partenza dall’Italia per il viaggio apostolico in Belgio e Lussemburgo, Francesco ha inviato un telegramma al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui ha espresso il suo saluto e le sue preghiere per il bene e la prosperità del popolo italiano. “Mi è gradito rivolgere a lei, signor Presidente, l’espressione del mio deferente saluto, che accompagno con fervide preghiere per il bene e la prosperità dell’intero popolo italiano”, ha scritto nel messaggio diretto al Capo dello Stato.

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