venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Confartigianato: economia, ripresa in ritardo e nuovi rischi geo politici dalle guerre

Un calo dell’economia con settori, dalle auto al commercio, che risentono della crisi geopolitica delle guerre. È il resoconto cruda e realistica – a cui fa da scenario le politiche fiscali dell’Italia -, dell’Ufficio Studi di Confartigianato.
“L’analisi dei più recenti indicatori statistici delineano nell’estate 2024 una congiuntura caratterizzata un ritardo della ripresa del commercio internazionale, con rischi geopolitici che derivano dal prolungamento dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente”.

La realtà in cifre

La debole domanda estera influisce sulla produzione manifatturiera, che nei primi quattro mesi del 2024 scende del 3,0%, con cali più marcati per Autoveicoli (-12,4%), Moda (-9,9%), Altre manifatture, con gioielleria e occhialeria (-6,7%) e mobili (-5,0%). Si avvertono i primi segnali di frenata dell’edilizia, con la prospettiva di una calo degli investimenti in costruzioni del 2,0% nel 2024 e del 5,9% nel 2025. Si registra un consolidamento dell’occupazione, con una tenuta di quella dipendente stabile”. Sono le tendenze in corso descritte nel 30° report su trend economia, congiuntura e MPI, ‘Estate 2024, cosa cambia per l’economia e la politica fiscale’ presentato nel webinar concluso dall’intervento di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche.

L’analisi Confartigianato

I contenuti della ricerca – al centro del report presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, le prospettive della politica fiscale e della manovra 2025, – dopo l’apertura della procedura di infrazione per deficit eccessivo a carico dell’Italia. Il report delinea le più recenti tendenze della congiuntura e del quadro macroeconomico nazionale e internazionale, il ritardo della ripresa dell’export, il trend settoriale della produzione manifatturiera e le prospettive di una contrazione degli investimenti nelle costruzioni. Sono presentate le ultime tendenze del mercato del lavoro e del credito.

Politica monetaria incerta

Persiste, è emerso durante il confronto, “un clima di incertezza sulle scelte finanziarie e le decisioni di investimento delle imprese dopo il primo taglio dei tassi da parte della BCE. Prosegue, infatti, la navigazione ‘a vista’ dell’autorità monetaria europea che nel comunicato sulle decisioni di politica monetaria del 6 giugno 2024 indica che “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione” e “senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Svolta delle politiche fiscali

Cambia la direzione della politica fiscale – Dopo una manovra di bilancio 2024 espansiva per 0,7 punti di PIL, l’avvio della procedura di infrazione per eccesso di deficit apre una stagione di politica fiscale restrittiva, con una prospettiva di un aggiustamento annuale del saldo primario strutturale di mezzo punto percentuale di Pil nei prossimi sette anni. Inoltre, la conferma nel 2025 di alcuni degli interventi finanziati solo per l’anno in corso dall’ultima manovra di bilancio richiederebbe ulteriori risorse di bilancio per 18,2 miliardi di euro.

Le difficoltà

Parte in salita, quindi, la prossima manovra di bilancio, che si andrà a delineare con il nuovo Piano strutturale di bilancio di medio termine che sarà presentato alle autorità europee entro il prossimo 20 settembre.
L’analisi territoriale, presentata da Carlotta Andracco dell’ Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza e predisposta anche in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, propone le tendenze su crescita, vendite del made in Italy, mercato del lavoro, credito e turismo; queste ultime basate sui dati definitivi pubblicati dall’Istat, revisionano la precedente analisi delle anticipazioni dell’Istat e Ministero del Turismo.

Entrando nel merito

Vediamo nel dettaglio gli andamenti aggiornati delle presenze turistiche a livello regionale. Nel 2023 si osserva un diffuso aumento in tutti i territori rispetto al 2022, ad eccezione della Sardegna (-3,4%). Spicca il +14,2% del Centro e, in particolare, tra le principali regioni, si registrano crescite in doppia cifra per il Lazio con il 27,2%, la Campania con il 16,6% e la Sicilia con il 11,3% mentre si osserva un aumento sopra alla media per il Veneto con +9,1%.
Rispetto al 2019, tra i principali territori, si osservano crescite a doppia cifra per il Lazio con il 17,2%, seguito da Puglia con +8,9% e Sicilia con +8,8%. Sul non completo recupero nel Mezzogiorno (-0,5%) pesano il ritardo della Campania (-6,0%) e della Sardegna (-6,2%).

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