Ci sono dei valori basilari per la convivenza civile, e in particolare per il funzionamento della democrazia liberale, che non devono essere calpestati da nessuno. Uno di questi è la legalità. Ma questi valori non possono diventare monopolio di questo o quel partito. Ogni forza politica può ergersi in loro difesa ma non può rivendicare una sorta di diritto di prelazione per accaparrarsi questo o quel valore e usarlo in maniera divisiva.
Si tratta di una tentazione molto diffusa soprattutto quando in ballo c’è il tema della lotta alla corruzione. Di partiti delle “mani pulite” o della “legalità” ne abbiamo visti tanti, soprattutto dopo la tempesta che ha squassato la politica all’inizio degli anni Novanta.
E’ capitato che anche all’interno di quei partiti si verificassero casi di malaffare, con procedimenti penali e condanne.
Buon senso vorrebbe che nessun partito si definisse “puro” pensando di salire su un pulpito da cui scagliare anatemi contro gli altri che sarebbero “impuri”.
La lotta contro la corruzione e la malapolitica deve essere uno sforzo di tutti. Non è pensabile che ci alcuni si fregino del titolo di paladini della legalità come se gli altri fossero dediti all’illegalità. Invece di proclami e di invettive sarebbe più utile che i partiti concordassero delle regole di comportamento comuni per creare un argine contro i mali che affliggono la politica ,soprattutto sul terreno della corruzione e dei reati ad essa collegati. Lo strappo di Conte che ritira i suoi uomini dalla regione Puglia può avere le sue ragioni di tattica in vista delle varie elezioni, comunali, regionali ed europee. Ma sul piano della politica, quella con la P maiuscola è un gesto che non ha quella nobiltà di cui vorrebbe ammantarsi. Innanzitutto perché suona come una scorrettezza-l’ennesima -verso il Pd con cui Conte non nega di volersi continuare ad alleare in futuro. E poi anche perché pretende di attribuire al M5S una sorta di patente di pulizia morale esclusiva che anche in passato è stata sbandierata ai quattro venti ma non ha impedito che alcuni esponenti del Movimento commettessero atti non proprio commendevoli.
Insomma nessun partito può dichiararsi immune per natura a comportamenti scorretti e illegali .La vera garanzia per la legalità è nelle regole , nella tempestività e severità delle misure contro chi le viola e nell’esempio che i leader devono dare. Di lezioncine dal sapere elettorale in questa materia non se ne sente proprio il bisogno