venerdì, 20 Settembre, 2024
Attualità

Il Papa: “Forse tra le vittime di Hamas anche miei amici argentini”

Il Papa ieri ha contattato il giornalista israelo-palestinese Henrique Cymerman dell’emittente portoghese Sic di Lisbona per esprimere la sua solidarietà al popolo di Israele e mostrare la sua preoccupazione per la situazione attuale in Medio Oriente. Durante la telefonata, il Santo Padre ha espresso la sua profonda preoccupazione per gli eventi accaduti una settimana fa, che ha definito una battuta d’arresto di cinquant’anni nel conflitto in corso nella Regione. Il Pontefice ha sottolineato l’importanza di promuovere il dialogo e la pace tra le parti coinvolte, auspicando una soluzione pacifica e duratura. Inoltre Francesco ha manifestato la sua preoccupazione per i numerosi argentini vittime dell’attacco di Hamas al kibbutz nel sud di Israele, rivelando che tra coloro che hanno perso la vita o sono rimasti feriti potrebbero esserci molti suoi amici personali: “Tra le vittime potrebbero esserci miei conoscenti”, le sue parole. Il Vescovo di Roma ha espresso il suo desiderio di ricevere in Vaticano i familiari dei circa 120 cittadini rapiti da Hamas a Gaza. Ha poi sottolineato l’importanza di lavorare per la liberazione di queste persone e ha offerto il suo sostegno in qualsiasi azione possa contribuire alla loro salvezza.

Il messaggio a Coldiretti

Intanto oggi il Papa ha inviato un messaggio nell’ambito della manifestazione ‘Villaggi Coldiretti’ in programma oggi al Circolo Massimo di Roma, denunciando un uso “sconsiderato e coercitivo” della tecnologia verso la terra che, “applicata a ritmi di produzione insostenibili, assoggettata a modelli di consumo omologanti, ha un prezzo altissimo. Lo dimostra la crisi climatica che stiamo attraversando”. La terra, ha aggiunto, deve essere rispettata: “Farla germogliare e fruttificare significa cooperare al progetto iniziale di Dio. Più maltrattiamo la terra, inquinando l’acqua e l’aria, più sottraiamo spazio alla biodiversità”. Francesco ha poi aggiunto di sognare un mondo “in cui l’acqua, il pane, il lavoro, le medicine, la terra, la casa, siano beni disponibili per ogni individuo”, combattendo in questo modo la cultura dello scarto, definita scandalosa.

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