venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Cambiamenti climatici e guerra in Ucraina penalizzano l’agricoltura globale

Confagricoltura nella sua nota settimanale ha sottolineato che i cambiamenti climatici e le conseguenze della guerra in Ucraina stanno pericolosamente penalizzando il settore dell’agricoltura a livello globale. I riflettori restano puntati sul mercato internazionale dei cereali per il mancato rinnovo dell’Accordo sul grano dal Mar Nero che ha consentito all’Ucraina, fino alla metà di luglio, di esportare oltre 30 milioni di tonnellate di prodotti agroalimentari e che ora rischia seriamente di minare la sicurezza alimentare di molti Paesi nel mondo.

Eventi climatici estremi

Le tensioni, però, investono anche altri mercati a livello globale, a causa di eventi climatici di eccezionale portata. Le autorità indiane, ad esempio, hanno deciso a fine luglio il blocco delle esportazioni di riso bianco non basmati per fermare la corsa dei prezzi e proteggere il mercato interno. Alla base della decisione, le piogge monsoniche di straordinaria intensità che hanno provocato una drastica riduzione dei raccolti. Da sottolineare che l’India è il principale esportatore mondiale di riso. I monsoni anomali hanno anche causato il crollo della produzione indiana di pomodori, il cui prezzo è salito addirittura del 450% nel giro di un anno e risultano praticamente introvabili. Due note catene del fast food hanno dovuto informare i consumatori indiani che, fino a data da destinarsi, gli hamburger saranno serviti senza pomodori.

La siccità

Dalle piogge straordinarie alla siccità, che in Spagna ha provocato, nella campagna 2022-2023, un taglio di oltre il 50% della produzione di olio d’oliva rispetto alla precedente annata. Quest’anno i raccolti dovrebbero essere migliori, anche se le piogge hanno continuato ad essere inferiori alla media, ma preoccupa il livello ridotto delle scorte. Secondo alcuni addetti ai lavori, il prezzo al consumo per l’olio d’oliva extravergine potrebbe salire nelle prossime settimane fino a 10-12 euro al litro. Un livello senza precedenti. Va ricordato che la Spagna è il primo esportatore mondiale di olio d’oliva. “In sintesi, l’agricoltura è tra i settori più colpiti dai cambiamenti climatici. Si riduce la produzione e i prezzi, di conseguenza, scattano al rialzo. E per tutelare i mercati interni si diffonde il ricorso a misure protezionistiche che ostacolano il libero commercio a danno, prima di tutto, dei Paesi più dipendenti dalle importazioni”, sottolinea Confagricoltura.

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