venerdì, 22 Novembre, 2024
Agroalimentare

Agroalimentare italiano, record di export

Crescita dell’8,6%, in sei mesi 32 miliardi. Bene, Francia, GB e Russia

Nonostante le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi legati alla guerra in Ucraina, è record storico per l’export agroalimentare italiano nel mondo. Il balzo di export 

è stato del’8,6% che nei primi sei mesi del 2023 sfiora i 32 miliardi di euro in valore. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi a giugno 2023 che evidenziano un balzo per l’alimentare che a metà dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, cresce il doppio del dato generale delle esportazioni.

Export bene Francia e Russia

Tra i principali Paesi, la crescita più netta per il Made in Italy a tavola si segnala in Francia con un aumento del 15,5% delle esportazioni alimentari, davanti a Gran Bretagna (+12,6%) e Germania (+11,6%) che resta comunque il principale mercato di sbocco, secondo Coldiretti. Ma il cibo tricolore va forte anche nella Russia di Putin, in aumento del 10,5%, e in Cina (+3,2%).  “Tra i prodotti il re dell’export si conferma il vino”, continua Coldiretti, “davanti a frutta e verdura fresca, ma nel paniere del Made in Italy all’estero recitano un ruolo importante anche pasta, formaggi, olio d’oliva e salumi”.

Modernizzare con il Pnrr

“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export.

Obiettivo 100 miliardi 

Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice e con il sostegno delle ambasciate. “L’obiettivo”, conclude Prandini, “è portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030”.

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