venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

La sete, la morte e ciò che possiamo fare per il bene dell’umanità

Madre e figlioletta senza vita nel deserto, non avevano un po’ di acqua che noi colpevolmente sciupiamo

Serve un’ecologia che opponga soluzioni. L’impegno di un nuovo mensile dedicato a chi crede che il cambiamento in difesa dell’ambiente sia necessario e possibile.

Una immagine drammatica, che colpisce profondamente perché ci riporta ad una realtà che non possiamo e vogliamo rimuovere.
Una madre che stringe la figlia, appena adolescente. Sono distese sulla sabbia del deserto tra Libia e Tunisia morte di stenti e di sete. C’è in questa immagine l’abisso che dobbiamo guardare con commozione e lucidità. Sono gli effetti di tante cose, la disperazione e la fuga verso un mondo dove non approderanno mai, sono una madre una figlia che hanno costellato il loro precipitoso e disumano viaggio di sogni, di progetti di vita. Due fuggitive che un giorno ci avrebbero aiutato a costruire se giunte in Italia comunità migliori e più giovani. Questa breve testimonianza in onore della memoria di una tragedia sopportate fino alla morte da una madre e da una ragazzina, di cui non sappiamo nemmeno i nomi, ci deve imporre una scelta umana di partecipazione che deve coinvolgere tutti.

No all’indifferenza

Sono morte di sete, se avessero avuto un po’ di acqua nelle loro borracce potevano  sopravvivere, è quell’acqua che noi colpevolmente sciupiamo in milioni di ettolitri. Di quei fiumi che inquiniamo, di quelle sorgenti che devastiamo, di quelle reti colabrodo dove si disperdono ogni ora, ogni giorno mesi e anni, torrenti di acqua da bere. Siamo in questo malvagiamente colpevoli in quanto coscienti di arrecare danni ingiustificabili all’ambiente, di disinteressarci di un bene primario e vitale, di sperperare una risorsa dell’umanità che, – è bene tenerlo a mente -, non ci sarà sempre garantita e in grande quantità. Non siano i “signori” della terra, dei suoi beni e delle sue risorse.

Dai problemi alle soluzioni

Acqua, terra, aria sono tesori universali del Creato, dobbiamo difenderli in primo luogo per la nostra vita, e per le future generazioni. La domanda è il come. Come indirizzare e finanziare la ricerca? Come trovare soluzioni scientifiche, come cambiare modello di sviluppo senza rinunciare alle conquiste della civiltà? Possiamo dare risposte  perché abbiamo potenzialità e tecnologie che possono rivelarsi utili e strategiche, ma servono idee chiare e onestà nel dire che ogni svolta comporta problemi e opportunità. Se per le risorse idriche possiamo con i fondi del Piano nazionale di ripresa mettere a punto la sistemazione e realizzazione di nuove reti di distribuzione. Possiamo recuperare acqua piovana con gli invasi da destinare all’agricoltura, come chiedono di fare le Confederazioni di settore. Tuttavia le cose si complicano, ad esempio, per la plastica. Non c’è alimento e oggetto e milioni di altre cose che non si preveda l’uso della plastica. Dobbiamo per questo urgentemente saperla smaltire e, come sottolineano le aziende produttrici, riciclarla in un modo giusto – che non è affatto semplice – ma dobbiamo farlo. Dobbiamo imparare a impegnarci di più e meglio nel trovare soluzioni efficaci. Incentivare ricerca e studio è una via importante, insostituibile.

Un mensile per conoscere

Questo percorso di denuncia e soluzioni è l’ambizione di questo giornale che farà uno sforzo editoriale in più già da settembre con un mensile dedicato all’ambiente. Coinvolgeremo esperti, ricercatori, esponenti istituzionali di primo piano, e le imprese. Valorizzeremo le scelte virtuose, ci saranno uomini e donne di buona volontà che ci accompagneranno in questo progetto e percorso. Non diciamo altro perché sarà, noi ci auguriamo, una gradita sorpresa e una autorevole voce. Avremo modo di parlare tra breve.

Rispettare la vita

Gli esseri umani, tutte le creature, l’intero Creato devono meritare rispetto e tutela.
La morte di una madre e di una bimba per sete deve restare  – al di la di tutto ciò che è possibile fare in modo migliore – la nostra bussola, affinché l’indicazione del Santo Padre nella Enciclica Laudato SI’ ci sia da guida, di aiuto e di speranza concreta. Rispettiamo l’ambiente, le nostre vite, quelle degli altri e di quanti non hanno avuto la nostra fortuna.

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