domenica, 24 Novembre, 2024
Esteri

Nato più forte. Putin più debole

Vertice dell'Alleanza atlantica a Vilnius in un clima di forte tensione con la Russia

Le divergenze sulle bombe a grappolo non semineranno zizzania nel vertice Nato. Le allusioni russe a un incidente nucleare che possa investire Vilnius non metteranno paura ad un’Alleanza che oggi è più forte che mai proprio mentre sembra iniziato il tramonto dell’era Putin.

Nella capitale lituana siederà al tavolo il 31esimo Stato membro, la Finlandia. La Svezia attende ancora il via libera dalla Turchia che  spera di ottenere ulteriori concessioni su quelli che definisce “terroristi  turchi” ospitati a Stoccolma. Quanto all’ingresso dell’Ucraina, che ha incassato un inatteso sostegno da Erdogan, la linea indicata dal Presidente Biden è la più ragionevole: aspettiamo che finisca la guerra, poi ne riparliamo. Altri Paesi vorrebbero accelerare l’adesione di Kiev, che è impossibile fino a quando l’Ucraina è un Paese belligerante. Le diverse idee sulla tempistica non incrinano di un millimetro la determinazione della Nato a sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina , soprattutto in una fase delicata, la tanto attesa controffensiva, dal cui esito dipenderà la possibile apertura di negoziati di pace. E in quella sede il tema dell’adesione dell’Ucraina potrebbe pesare  come un macigno.

L’ombrello per le democrazia

I rapporti di forza tra l’Alleanza e la Russia sono notevolmente cambiati in questi 16 mesi .La Nato si è ulteriormente allargata e  appare sempre più tornare alle sue origini come ombrello protettivo per le democrazie. I Paesi che  si sentono minacciati chiedono di entrarvi in cerca di sicurezza, in mondo in cui i nazionalismi esasperati fanno riemergere pulsioni imperialistiche che  sembravano definitivamente sepolte.

L’avvitamento del regime putiniano

Mosca, invece, ha mostrato le crepe di un regime ultraventennale  che si è avvitato su se stesso , si è impantanato in una guerra assurda che ha messo a rischio la pace mondiale  ma le cui conseguenze si stanno abbattendo proprio su chi l’ha voluto. La rivolta di Prigozhin è stata la cartina al tornasole della crescente debolezza del potere personale di Putin e ha innescato una serie di reazioni a catena non in Russia ma anche nei rapporti che altri Paesi intrattengono con Mosca.

Deterrenza per rafforzare la pace

Nessun trionfalismo è giustificato da parte della Nato in una fase delicatissima degli equilibri mondiali. Ma mostrare compattezza e determinazione nel costruire una deterrenza è fondamentale per scoraggiare avventurismi di ogni specie. La Nato deve essere sempre più percepita come un fattore di stabilizzazione degli equilibri mondiali e un pilastro della pace. Si deve scrollare di dosso l’immagine che i suoi avversari, in buona o cattiva fede, le incollano come se si trattasse di un salotto di guerrafondai che si dilettano nei war games. Con l’impegno crescente degli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico, la Nato dovrà sempre più contare sull’impegno soprattutto dei Paesi europei. Il riequilibrio nelle spese militari è indispensabile. Una buona deterrenza aiuterà la pace e dissuaderà i guerrafondai, quelli veri.

Nello speciale geopolitica del nostro giornale affrontiamo questi temi con articoli e interviste di autorevoli analisti. E’ il primo speciale mensile dedicato alla politica internazionale. E ci auguriamo che i nostri lettori lo trovino di loro gradimento.

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