Ha un nome il soldato ucraino che è stato ucciso all’età di 42 anni mentre difendeva Bakhmut. Oleksandr Matsievsky, questa la sua identità.
I russi hanno sparato a distanza ravvicinata ad un prigioniero disarmato dopo che aveva detto “Gloria all’Ucraina”. Il tono della sua voce era moderato, ma fermo. Non ha abbassato lo sguardo mentre i russi gli puntavano le armi contro.
Probabilmente sono stati gli ultimi 11 secondi della sua vita quelli che il mondo intero ha visto nel video girato dai suoi stessi assassini.
La Discussione vuole raccontare ciò che si sa attualmente di questo militare ucraino, la cui morte è già passata alla storia come l’ennesimo crimine di guerra commesso dai russi.
Oleksandr Matsievsky si era offerto volontario per il 163° Battaglione della 119a Brigata.
L’unità di Matsievsky era stata schierata, nel novembre 2022, nell’area di Bakhmut, ma quando si inasprirono i combattimenti nella zona di Soledar il 163° Battaglione fu inviato nell’area. Il plotone di Matsievsky occupava una serie di posizioni separate nella fitta boscaglia e gli scontri a fuoco con le forze di occupazione russe proseguirono per circa 12 ore. Tutte le postazioni vennero mantenute dagli ucraini durante la battaglia, tranne una. Le comunicazioni con il gruppo di Oleksandr si erano improvvisamente interrotte. Questo portò a ritenere che fossero stati catturati.
Purtroppo, anche i vari tentativi del suo plotone di raggiungere la loro posizione furono vani a causa dell’incessante fuoco nemico.
Le speranze svanirono quando, a febbraio, il suo corpo venne recuperato, ma a quel tempo non c’erano informazioni sulle circostanze della sua morte. La comunità si era stretta attorno ai familiari quando, il 14 febbraio 2023, il militare venne sepolto nel cimitero di Nizhyn.
E’ stato il giornalista Yuri Butusov a mettere assieme i vari tasselli che hanno consentito l’identificazione del militare ucciso a sangue freddo dai russi dopo essere stato catturato. Secondo il giornalista, la comparazione dell’esame forense post mortem, effettuato nel mese di febbraio, prima del funerale di Oleksandr, ed i punti in cui si vede nel video che l’uomo viene colpito dai proiettili coincidono esattamente.
Anche il confronto tra il fermoimmagine della vittima e due foto recuperate dal giornalista lascia poco margine a dubbi circa l’identità.
Un ulteriore elemento a sostegno di questa identificazione riguarda anche l’ambiente circostante. Il 30 dicembre 2022, giorno della scomparsa di Oleksandr, non c’era ancora neve nell’area di Bakhmut e Soledar, proprio come si vede nel video dell’uccisione. Al contrario, quando il 3 febbraio 2022 era scomparso Timofey Shadura, che inizialmente alcuni avevano ipotizzato potesse essere l’uomo barbaramente ucciso, nell’area di Bakhmut la neve era già caduta e l’area era ricoperta di ghiaccio e neve.
Il militare era nato il 10 maggio 1980, quindi al momento della sua barbara uccisione aveva 42 anni. Il luogo esatto in cui sarebbe stato ucciso Oleksandr, al momento, resta sconosciuto, ma questo ha davvero poca importanza per sua madre, Paraska Mikhailovna Demchuk, e suo figlio, che ha soli 19 anni. Certo per loro è ancor più triste aver scoperto che, quando i russi gli hanno sparato, era disarmato.
Un gesto di ordinario eroismo quello di Oleksandr, che conduceva una vita normale prima che la Russia di Putin aggredisse il suo Paese, l’Ucraina. Un uomo semplice che non ha esitato ad imbracciare le armi per combattere contro l’invasore russo. Un uomo con la “U” maiuscola che anche quando è stato catturato, non ha accettando di piegarsi al volere degli occupanti che con le armi spianate gli intimavano di gridare “Gloria alla Russia”. Avrebbe potuto farlo, ma ha deciso di resistere all’oppressore, anche solo con la forza delle parole. Ha deciso di non rinunciare alla sua dignità ed alla sua libertà. Le sue ultime parole sono state “Gloria all’Ucraina”.
Ecco perché la Russia, con le sue saguinarie armate ed i suoi mercenari, ha già perso questa guerra.