martedì, 26 Novembre, 2024
Cultura

La scomparsa di Franco Mulas, il sindaco de “La Piccola Londra”

Passeggiando nel quartiere Flaminio della Capitale, per la precisione nel vialetto pedonale pavimentato con dei sampietrini, tra le villette stile british rigorosamente di colore pastello, costruite all’inizio del ‘900, era un privilegio imbattersi nel Maestro Franco Mulas, il quale, si definiva il sindaco in quanto, a differenza di molti suoi vicini di casa, da decenni, abitava e lavorava in quella dimora silenziosa e raffinata e animava il signorile quartiere con un pizzico di creatività.

Il Cavallino Rosso, 1983, olio su tavola, 100 x 100 con cornice d’artista

Indimenticabile era la sua ospitalità nella casa-studio, tra racconti e aneddoti ricchi di storia, come la premiazione, nel 1989, da parte del Presidente Francesco Cossiga presso l’Accademia di San Luca, prestigiosa Accademia in cui sono stati premiati i nostri più grandi artisti. Molto dettagliato anche il racconto dell’esperienza di Gubbio, quando, insieme ad altri amici artisti, produssero maschere Gilles di cera insanguinate, infornate in modo fortuito; e divertente l’episodio in cui un gallerista, presentando Renato Guttuso a Franco, il quale sosteneva che chi dipingeva con colori acrilici non era un grande artista, dimenticava che le opere di Guttuso erano quasi esclusivamente dipinte con acrilici.

Quando gli si parlava di progetti futuri era solito dire che avrebbe dipinto per parecchi decenni e quando gli si chiedeva quando avrebbe fatto una personale all’Accademia di San Luca, con gesto scaramantico, sosteneva mai, in quanto lì sono esposti solo i pittori che lavorano nel regno dei cieli.

Lo studio del Maestro Mulas

Ricordando Franco, è stato un artista visionario, uno dei maggiori artisti della pittura figurativa del Novecento, con una grande chiave di lettura del ’68, che ha saputo interpretare i grandi movimenti di massa formatisi per aggregazione spontanea, contro apparati di potere. Di notevole importanza, in quegli anni, sono le serie “Weekend”, che rappresentano, con immagini disilluse, i riti alienanti degli italiani, come le domeniche passate in auto e “Occidente”, ispirati al Maggio francese, alla rivolta giovanile del ’68 e alla contestazione sindacale del 1969.

Per alcuni storici dell’arte è l’artista del “dramma del paesaggio”, sintesi e metafora della profonda crisi in cui viviamo, mentre per altri uno dei maggiori esponenti della Pop Art italiana. I suoi lavori più iconici sono opere con pittura a olio su tavole in legno.

Ripercorrendo la vita artistica, Franco Mulas inizia i primi passi nel mondo dell’arte, studiando pittura all’Accademia di Francia e successivamente alla scuola d’Arte ornamentale di Roma, città natale in cui ha sempre vissuto e lavorato.

Inizialmente le sue opere sono simboleggiate dalla natura, come similarità di una chiave pittorica che rappresenta la società e la storia.

La prima mostra personale di Franco Mulas è nel 1967 a Bari, presso la Galleria “Il Sagittario”, con curatore Renzo Vespignani.

Inizia la collaborazione con la Galleria romana “La Nuova Pesa” e la “Bergamini” di Milano. Inoltre inizia a partecipare a diverse esposizioni quali la X e XI Quadriennale di Roma, XXXIX Biennale di Venezia sez. architettura con il Gruppo Grau, XVIII Triennale di Milano, “Arte in Italia 60-77” Galleria d’Arte Moderna Torino.

Nel 1972 a Bologna, partecipa alla Mostra “Tra Rivolta e Rivoluzione, immagine e progetto”, con grandissimi interpreti quali Enrico Baj, Mario Ceroli, Fabio Mauri, Claes Oldemburg, Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Mario Schifano, Emilio Vedova e Renzo Vespignani.

Successivamente sono molte le mostre internazionali a cui ha partecipato: tra le più importanti Berlino nel 1974 “Italienische Realisten”, Varsavia-Vienna-Lugano nel 1977 “Pittura Italiana ’50-’70”, e nel 1989 a Rio de Janeiro “Pittura Italiana dal dopoguerra ai nostri giorni”.

Il lavoro dell’artista si può raggruppare in cicli pittorici, quali, come anticipato, “Week-End” ed “Occidente”, e “Le Pitture Nere”, “Itinerari”, “Identikit”, “L’Albero Rosso di Mondrian”, “Finzioni”, “Big-Burg”, “Schegge”.

Nel 1999, partecipa come curatore alle tavole dell’opera “La Mia Prima Biblioteca” edita da Editalia, raffigurando le tavole del volume Robinson Crusoe.

Nel 2011 partecipa alla 54ª Biennale di Venezia. Nel giugno 2013 espone il suo ultimo ciclo “Spaesaggi” al Museo Carlo Bilotti di Roma. Nel 2016 è invitato alla mostra “Fragili Eroi” al Museo Carlo Bilotti di Roma.

Tra i maggiori riconoscimenti ricevuti dall’artista, vi sono Premio “Presidente della Repubblica” dell’Accademia Nazionale di San Luca per la pittura nel 1989, il Premio Suzzara, dedicato alla pittura figurativa, nel 1995; nel 2002 è stato nominato Accademico di San Luca.

Il fare artistico di Mulas ci consegna un’eredità enorme, una libertà di analisi e di pensiero quasi sempre svincolato dal mero schema di figurazione, verso una viva libertà di esecuzione, creando un rapporto dialettico con il fruitore. Grazie Franco.

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