lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Cna: bollette, carburante e inflazione. Le incertezze freno per le imprese. Si spera nel Pnrr

Incertezza e recessione, e solo un imprenditore su quattro prevede una crescita.
È lo scenario economico per il 2023. Da una indagine realizzata dalla Cna che ha coinvolto circa mille imprese. “Un quadro a tinte fosche sull’anno appena iniziato”, scrive la Confederazione nazionale degli
artigiani, “Caro-energia e inflazioni le principali criticità che avranno un impatto negativo sull’attività delle imprese”.

La cautela delle imprese

Dall’indagine risulta che oltre sei imprenditori su 10 non formulano previsioni sull’economia italiana, il 13,5% prevede una recessione mentre uno su quattro prevede che l’Italia continuerà a crescere anche
se in rallentamento. “Alla grande incertezza le imprese rispondono con prudenza e cautela”, sottolinea la Cna, “Quasi il 40% degli intervistati dichiara che ridurrà gli investimenti e quasi uno su tre prevede una
discesa del fatturato. Nel complesso è prevista una tenuta dei livelli occupazionali: il 66,5% indica stabilità degli organici, il 21% una diminuzione del personale e il 12,5% un incremento”.

Pnrr, più spazio alle imprese

L’attesa sforbiciata agli investimenti rappresenta un campanello d’allarme per la competitività del tessuto delle imprese. “Un segnale a Governo e Parlamento per consolidare e potenziare gli strumenti di incentivazione per innovare e rafforzare il patrimonio produttivo”, evidenzia la Cna, “Un motivo in più per accelerare la messa a terra degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa.

I fattori di rischio per l’economia rimangono gli stessi. Secondo il 65,5% delle imprese il caro-energia rappresenta la principale minaccia alla crescita, e oltre alle bollette c’è forte preoccupazione sul prezzo
dei carburanti”. “Subito dopo le spinte inflazionistiche”, prosegue la Confederazione, “per il 47,7% degli intervistati. Il 41,8% indica la mancata attuazione degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e
il 39,7% il venir meno delle politiche di sostegno all’economia”.

Il personale che non c’è

Dalle risposte delle imprese non emergono timori legati a una eventuale recrudescenza della pandemia. “Mentre una su tre lamenta difficoltà nel reperimento di personale specializzato”, rivela la Confederazione degli artigiani, “Rispetto alle prospettive del Paese, gli imprenditori esprimono una maggiore consapevolezza circa le aspettative sulla propria attività.

L’area dell’incertezza scende al 37%, che tuttavia rappresenta un valore molto elevato. Il resto”, conclude la Cna, “si divide tra chi prevede un 2023 soddisfacente (29,8%) e coloro che si aspettano un andamento
negativo (33%)”.

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