Sui temi affrontati nel XIV Forum internazionale di PolieCo, svoltosi a Ischia, abbiamo intervistato il Direttore generale Claudia Salvestrini
Dottoressa Salvestrini, a che punto siamo in Italia con la raccolta e il trattamento dei rifiuti di cui si occupa il consorzio PolieCo?
Come raccolta e come risultati di riciclo raggiungiamo abbondantemente la percentuale prevista, la norma dice il 15%, noi siamo già al 48%, interamente rigenerato e non portato a termovalorizazione. Il problema è che sfugge la rimanenza del 48% e molto spesso questa prende strade diverse, che sono, o verso una raccolta differenziata, quindi mescolate nelle raccolte differenziate, disperse nell’ambiente o nei traffici illeciti. Questo è ancora tutto da lavorare tenendo conto poi che i dati che noi abbiamo sull’immesso a consumo è quello dell’ interamente denunciato, quindi fatturato. A questo si dovrà aggiungere anche la parte sommersa.
Quali sono gli ostacoli normativi/organizzativi per rendere più efficiente l’attività di riciclo dei rifiuti per l’economia circolare?
Di norme ne abbiamo fin troppe su rifiuti e ambiente. Forse l’Italia è il Paese che ha il più alto numero di regole in questo senso. A noi mancano gli impianti e mancano le agevolazioni per l’apertura di impianti. Anche da un punto di vista di iter autorizzativo noi siamo il Paese più lento al mondo: 7 anni per avere l’autorizzazione per un impianto di riciclo. Sono troppi. Non mi si venga a dire che questi tempi si rendono necessari “per i controlli”. Sa quanti controlli si fanno in 7 anni?. Poi soprattutto dovrebbe esserci uno snellimento autorizzativo, un aiuto per investimenti tecnologici avanzati: noi abbiamo tutti impianti sottodimensionati. L’impianto medio Italiano è 15/20mila tonnellate l’anno quando in Europa sono 50/100/150mila tonnellate annue. Anche le istituzioni, a partire da Ispra, Ministero dell’Ambiente, ARPA ecc. devono essere di ausilio alle imprese, non viste come spettri lontani irraggiungibili da parte delle imprese.
C’è bisogno di un riordino delle competenze in questa materia tra i vari livelli istituzionali?
Si. Sono duplicati i controlli, molto spesso enti diversi entrano nel merito su argomenti identici e questo è soltanto un dispendio di energie, tempistiche e soldi per le imprese. Quindi bisognerebbe prevedere una procedura dove i vari organismi colloquiano tra di loro cosi il procedimento viene preso e si sa già lo stato dell’arte, senza ricominciare da capo. Poi le conferenze di servizio sono importanti, ma non si può aspettare 8/9 mesi per ottenerne una, bisognerebbe accelerare i tempi di convocazione.
Cosa chiederete al nuovo Governo?
Più attenzione nel comparto, un po’ più di sensibilità e cercare in qualche modo di applicare le norme europee. Io le devo ammettere che l’Italia non è una giungla di rifiuti solo grazie alla Unione europea.