PALERMO (ITALPRESS) – "Poveretti, perdono solo tempo con me. Ci provano col fango ma non ci riescono mai. L'accusa di raccomandazioni e di favoritismi, se rivolta a me, sarebbe puramente risibile". Così, in un'intervista all'edizione locale di Repubblica, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, in merito all'inchiesta giudiziaria che ha riguardato l'Ast – Azienda siciliana trasporti, partecipata al 100%. "La Regione, con l'assessore al ramo Armao, è intervenuta più volte sul presidente dell'Ast, evidenziando le anomalie. Li abbiamo persino convocati. È stata la sola volta che ho incontrato il direttore dell'Ast Fiduccia. Qui a Palazzo, insieme col presidente Tafuri", ricorda Musumeci, sottolineando che "quanto al direttore, ho presentato l'altro giorno denuncia alla Procura". "Al presidente – spiega il governatore – ho detto che sbagliava a tenere il direttore al suo posto. Non avevamo prove concrete al di là delle diffuse voci sulla spregiudicatezza del direttore. Dal canto suo, la commissione Territorio dell'Assemblea aveva prodotto tempo fa al presidente dell'Antimafia regionale svariati documenti di denuncia sulle assunzioni clientelari. L'Antimafia mi sembra che stia aprendo solo nelle ultime ore un'indagine. Non aggiungo altro". In merito alla sua dirittura morale "da eurodeputato prima e da presidente della Regione adesso – aggiunge – non ho mai portato a casa una penna dall'ufficio. Un parlamentare che ha tenuto aperta una segreteria politica per spedire da lì i fax e non utilizzare neanche una stampante nelle sedi istituzionali. Si può essere o meno d'accordo con me, col mio operato. Ma una cosa credo sia universalmente riconosciuta: sono e resto una persona perbene, pronta a pagare un costo per difendere la linea del rigore". Su quanto è radicato ancora il malaffare tra le pieghe della Regione, dice Musumeci, "temo parecchio, anche fuori dall'amministrazione regionale. C'è ancora tanto da lavorare sotto questo aspetto. Io ho combattuto una mia battaglia in questi cinque anni. Avrò compiuto forse degli errori, anche uno al giorno, nella gestione quotidiana dell'ammininistrazione. Ma non ho nulla da rimproverarmi da quel punto di vista. Con la squadra di governo abbiamo messo alla porta mafiosi, affaristi, lobbisti improvvisati. Il fatto è che finché certa politica si illude ancora di trovare il facile consenso attraverso il sistema clientelare o con la distribuzione dei posti di sottogoverno, anziché ricercare il voto di opinione attraverso il buon governo, temo che non andremo molto lontano". "Temo – prosegue – che sia una convinzione ancora presente in tutti gli schieramenti politici. Il 'cerchio magico' del governo che mi ha preceduto insegna. È una consuetudine della vecchia politica, dura a morire. Ci vorrà del tempo". "La mia intransigenza – evidenzia Musumeci – dovrebbe essere una garanzia per tutti. Per qualcuno potrebbe essere invece un limite. Punti di vista diversi, per carità. Dopotutto, essere intransigenti su alcuni metodi è più che necessario in una terra difficile come la nostra. Io mi sono imposto di non insistere sul tema della ricandidatura. Lascio che i partiti facciano le loro valutazioni. Vado avanti per la mia strada, continuo con gli assessori a concentrare le energie sul tanto che c'è da fare ogni giorno, sul buon governo, appunto. Girando tra la gente, aprendo cantieri fermi da anni, ci occupiamo dei fatti, insomma". "La coalizione – aggiunge – non si è ancora espressa. Ci faccia caso: non c'è un solo precedente in Italia di un governatore uscente che non sia stato ricandidato. Certo, alcuni atteggiamenti mi hanno amareggiato, lo ammetto. Ma sono anche sicuro di un fatto: se il centrodestra vorrà vincere dovrà restare unito". "Voglio solo sperare – prosegue Musumeci – che ognuno di noi abbia imparato la lezione del 2012, quando la coalizione ha perso e fatto vincere Crocetta perché si è presentata divisa. Spero ancora che non si ripeta l'errore". "Nulla è scontato in politica – sottolinea Musumeci -. Ringrazio tanto Giorgia Meloni per la fiducia espressa nei miei confronti e continuo ad avere buoni rapporti con tutti i leader del centrodestra, da Berlusconi a Salvini, da Cesa a Toti. Le ripeto: non voglio occuparmi di candidature. È compito dei partiti farlo. Io continuo a lavorare ogni giorno per la mia terra". Ed in merito al centrosinistra siciliano, commenta: "Non mi permetto di entrare nel campo avversario. So solo cosa aveva lasciato il centrosinistra alla Regione prima che arrivassimo noi. Questo mi dà la certezza che non passerò alle cronache di Palazzo d'Orleans come il peggiore tra i presidenti della nostra Regione". (ITALPRESS). vbo/r 27-Feb-22 10:06