La comunità di Sant’Egidio da vent’anni porta avanti una campagna contro la pena capitale. In occasione della Giornata mondiale “Città per la vita” presenta il bilancio 2001-2021, dall’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle alla pandemia da Covid-19, in cui fotografa fortunatamente un arretrando nel mondo della privazione della vita come condanna.
Il 30 novembre si celebra la XVII Giornata Internazionale “Cities for life”, “Città per la Vita, Città contro la pena di morte”, in ricordo dell’anniversario della prima abolizione per legge della pena capitale decisa da uno stato europeo, il Granducato di Toscana, nel 1786. Nell’occasione Sant’Egidio presenta i dati sui paesi abolizionisti e quelli retenzionisti, ancora 58 secondo Amnesty International, che continuano ad applicare la pena di morte. Sempre secondo Amnesty 139 non la applicano, di cui 95 l’hanno abolita per tutti i tipi di reati, 9 l’hanno abolita solo per i reati comuni; 35, pur mantenendo la norma giuridica, non la applicano da oltre 10 anni e per questo vengono denominati abolizionisti “de facto”. In Italia è stata ripristinata solo durante il fascismo e fu nuovamente e definitivamente abolita nel 1944. La pena di morte è ancora vigente in Paesi con ordinamenti e sistemi economici assai diversi: Cina, Arabia Saudita, Giappone, Stati Uniti. L’estrema sintesi delle motivazioni ruota attorno ai concetti di vendetta e di giustizia.
2.000 Capitali sostengono la campagna per l’abolizione della pena capitale nel mondo
In ricordo del giorno in cui venne abolita per la prima volta la pena di morte in Europa, dal Colosseo a Roma partirà una mobilitazione mondiale che unirà 2.446 città di 70 Paesi di tutti i continenti che hanno aderito al movimento “Città per la Vita”. “La pena di morte è una pandemia millenaria che si va esaurendo”, ha affermato Mario Marazziti, coordinatore della campagna internazionale e co-fondatore della Coalizione mondiale contro la pena di morte. “Nel 1977 erano solo 16 i Paesi abolizionisti, mentre lo scorso anno sono stati 18 i Paesi che l’hanno usata. Un ribaltamento totale, come mostra la crescita di consenso contro questa punizione disumana e inutile: 133 Paesi hanno abolito la pena di morte oppure osservano una moratoria e non la utilizzano da almeno 10 anni”.
Speranze con Biden della fine delle esecuzioni anche in America
“Anche negli USA gli Stati che conservano la pena capitale sono solo uno in più di quelli che non la utilizzano e lo scorso anno si è registrato il numero minore di esecuzioni degli ultimi anni. Un trend molto positivo macchiato, negli ultimi sei mesi della precedente amministrazione, da 13 esecuzioni federali, un record negativo in due secoli di storia americana”, ha osservato Marazziti. “Siamo convinti che Biden, che ha annunciato il blocco delle esecuzioni nel braccio della morte federale, saprà voltare pagina. La speranza è che gli USA possano astenersi o addirittura votare a favore della moratoria nella prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite”.