lunedì, 23 Dicembre, 2024
Esteri

Che forza l’Europa di Ursula! Esercito, migrazioni, diritti umani

Una “Expedition force” con almeno cinquemila uomini e un Quartier Generale stabile a Bruxelles, che permetta alla Ue di intervenire militarmente in tutti i teatri di guerra. Una riforma che la presidente ha messo al centro della seconda metà del suo mandato, sicura che i tempi siano maturi per compiere il passo successivo. “L’Europa dovrebbe essere capace e dovrebbe voler fare di più da sola .Cosa ci ha trattenuto fino ad ora? Non solo una mancanza di capacità ma anche la mancanza di volontà politica”.

Centro di intelligence Ue e cyber sicurezza comune

“Se non condividiamo le informazioni, siamo destinati a fallire”. Perentoria anche su questo la Von der Leyen che, parlando di difesa comune, ritiene essenziale migliorare la cooperazione in materia di intelligence. Occorre, ha detto, “accorpare le conoscenze da tutti i servizi e da tutte le fonti, per prendere decisioni informate. Per questo motivo l’Ue potrebbe prendere in considerazione la creazione di un proprio Centro comune di conoscenza situazionale“. Ma la sicurezza passa anche, se non soprattutto, dalla cyber difesa. Per la presidente, “se tutto è collegato, tutto può essere piratato. Dobbiamo unire le nostre forze e non limitarci ad affrontare le minacce informatiche, ma cercare di conquistare un posto di primo piano nella cyber sicurezza. L’Ue dovrebbe essere il luogo in cui si sviluppano gli strumenti di cyber difesa. Perciò occorre una politica europea” sul tema.

Progressi troppo lenti del Patto sulla immigrazione

La Von der Leyen ha anche affrontato lo spinoso tema dei flussi migratori, riconoscendo la necessità di un approccio comune perché il fenomeno non si trasformi in una vulnerabilità di cui  possano approfittare gli avversari politici e i trafficanti di esseri umani: “Guardiamo cosa è successo ai nostri confini con la Bielorussia. Il regime di Minsk ha strumentalizzato gli esseri umani. Hanno fatto salire le persone sugli aerei e le hanno letteralmente spinte verso i confini dell’Europa. Questo non può mai essere tollerato.

E state tranquilli, continueremo a stare insieme a Lituania, Lettonia e Polonia. E, chiamiamolo per quello che è: questo è un attacco ibrido per destabilizzare l’Europa”. L’esortazione è ad accelerare il processo avviato l’anno scorso dalla Commissione con il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, i cui progressi, invece, appaiono lenti. “È un sistema equilibrato e umano che funziona per tutti gli Stati membri, in ogni circostanza”.

Dure parole anche nella direzione dello sfruttamento sul lavoro: “Vorrei essere molto chiara: fare affari in tutto il mondo, commercio globale, tutto ciò è buono e necessario. Ma questo non potrà mai essere fatto a scapito della dignità e della libertà delle persone. Ci sono 25 milioni di persone là fuori, che sono minacciate o costrette ai lavori forzati. Quindi proporremo un divieto sui prodotti nel nostro mercato che sono stati realizzati con il lavoro forzato. I diritti umani non sono in vendita, a nessun prezzo”.

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