Il Teatro alla Scala di Milano “luogo simbolo dell’arte e della cultura nazionale” è oggi “protagonista anche nella ripartenza”. Lo dice la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, nel suo discorso di apertura della cerimonia di inaugurazione al Teatro alla Scala del Prix Italia 2021, 73esimo concorso internazionale, organizzato dalla Rai, per radio, tv e web.
Parlando di “un nuovo rinascimento della cultura e dell’Italia” dopo un anno di chiusure e restrizioni per la pandemia da Covid-19, Casellati ricorda come che “da sempre l’Italia possiede un patrimonio incredibile di tesori paesaggistici, architettonici, artistici e storici. Risorse che, se valorizzate adeguatamente – anche attraverso l’eco globale dei media – possono dare una spinta eccezionale a tanti settori e comparti produttivi: dal turismo all’artigianato, dalla ristorazione all’accoglienza alberghiera, dalle produzioni legate alle tradizioni dei territori ai più vari servizi alla persona .
Ed è proprio su questo tema che il Prix Italia ha l’opportunità di giocare ancora una volta un ruolo decisivo”. Questo premio, continua la presidente del Senato, “è dedicato anche a un altro importante settore della comunicazione: quello dell’intrattenimento, dello spettacolo, dell’arte e della cultura. Un intero comparto produttivo che prima dell’emergenza pandemica dava lavoro a quasi un milione e mezzo di italiani, producendo un fatturato di oltre 90 miliardi di euro e che adesso è in grande difficoltà. Una crisi che non ha risparmiato nessuno: dai bilanci delle principali aziende del settore alle grandi e piccole produzioni cinematografiche; dai teatri ai musei; dalla musica a ogni altra forma di espressione artistica”.
Un mondo “che ha pagato duramente il prezzo sociale ed economico del Covid e che adesso va aiutato e messo in condizione di riscattare i tanti sacrifici di cui si è fatto carico durante l’emergenza”, sottolinea Casellati, evidenziando che “rilanciare la cultura significa rilanciare la creatività, il talento, la bellezza di un’Italia che fa sognare” e “significa ridare energia a quello spirito d’avventura e a quell’entusiasmo con cui, nel 1948, in un Paese lacerato dalla guerra e in grande difficoltà, è nata l’idea di questo concorso internazionale”. L’idea “di unire un pianeta diviso da barriere e diffidenze nel segno di un’arte libera e senza confini, e riscoprire nel linguaggio universale della cultura la strada migliore per crescere insieme. Questo è lo spirito con cui dobbiamo investire nella riapertura dei nostri teatri, dei musei, degli spazi espositivi e ricreativi nel rispetto di un’identità artistica che è parte del nostro DNA e di cui non possiamo più fare a meno”.