Passi in avanti nel trattamento del tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione. Una nuova terapia mirata con radioligando. Novartis annuncia i risultati dello studio di Fase III VISION che ha valutato Lu-PSMA-617 in aggiunta al migliore standard di cura dimostrando un miglioramento significativo della sopravvivenza globale. Lu-PSMA-617 e’ in grado di ridurre del 38% il rischio di morte. La differenza nella sopravvivenza globale tra i bracci dello studio e’ risultata statisticamente significativa, con una riduzione stimata del 38% del rischio di morte nel braccio con Lu-PSMA-617 rispetto al braccio con il solo miglior standard di cura. I risultati saranno presentati il 6 giugno durante la sessione plenaria del Congresso 2021 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).
I pazienti trattati con Lu-PSMA-617 hanno inoltre dimostrato una riduzione statisticamente significativa del 60% del rischio di progressione radiografica rispetto al braccio con il solo miglior standard di cura. Nel braccio di trattamento con Lu-PSMA-617 si e’ verificato un tasso maggiore di eventi avversi collegati alla terapia (85.3%) rispetto al solo standard di cura (28.8%).
In entrambi i bracci dello studio, i tassi di interruzione del trattamento associati agli eventi avversi derivanti dalla terapia si sono presentati come segue: nel braccio con Lu-PSMA-617 piu’ standard di cura l’11,9% dei pazienti ha interrotto Lu-PSMA-617 e l’8,5% ha interrotto SOC; mentre nel braccio con il solo SOC il 7,8% dei pazienti ha interrotto il trattamento.
“Entriamo nell’era della medicina di precisione nel carcinoma della prostata con lo studio VISION – afferma Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Per la prima volta viene dimostrata l’azione antitumorale selettiva di un radiofarmaco, il lutezio, in pazienti con malattia in fase di resistenza alla castrazione. L’efficacia antitumorale del lutezio ha indotto un significativo vantaggio in sopravvivenza libera da progressione e globale in pazienti selezionati sulla base di un esame diagnostico innovativo quale la PET PSMA”.
“Nel 2020 in Italia sono stati stimati circa 36mila nuovi casi di tumore della prostata – spiega Sergio Bracarda, direttore del Dipartimento Oncologico e della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni -. L’impatto del tumore metastatico della prostata sulla quotidianita’ dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia puo’ essere importante, arrivando, in alcuni casi, a limitare la possibilita’ di dormire o camminare per il dolore. La nuova terapia mirata con radioligando, oltre a mostrare un’efficacia clinica molto promettente, rappresenta un approccio terapeutico innovativo e non cross-reagente con altri farmaci gia’ disponibili, in una malattia ‘complessa’ da trattare. Lu-PSMA-617 e’ diretto contro l’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA), che e’ sovraespresso nella maggior parte delle cellule tumorali della prostata. In particolare, ha la capacita’ di agire solo sui tessuti malati risparmiando tutto cio’ che sta attorno”.
“La medicina nucleare utilizza sostanze radioattive per colpire le cellule tumorali – sottolinea Ettore Seregni, Direttore Struttura Complessa Medicina Nucleare Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano -. L’approccio a una patologia come il tumore della prostata deve essere necessariamente multidisciplinare.
Infatti, il medico nucleare lavora in team con l’oncologo e valuta se il paziente e’ candidabile al trattamento con 177Lu-PSMA-617 analizzando i risultati della PET diagnostica eseguita in precedenza. E’ prevedibile che questa terapia potra’ essere eseguita in molti casi anche ambulatorialmente, senza quindi la necessita’ di ricovero del paziente. Le radiazioni emesse dal paziente, infatti, sono limitate e la radioattivita’ si allontana in breve tempo, per cui, seguendo le opportune precauzioni ed indicazioni, non sono prevedibili rischi per caregiver e famigliari”.