A novembre l’occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole ha registrato un andamento sostanzialmente piatto. All’apparenza un dato positivo, considerata la crisi socio-economica persistente, ma che è stato determinato in gran parte da fattori esterni al mercato del lavoro: dal divieto di licenziamento al massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni. Una situazione che fa pensare al rischio di quiete prima della tempesta. È quanto emerge dall’Osservatorio lavoro della CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole dal dicembre 2014, all’inizio della stagione di riforme che ha profondamente modificato il mercato del lavoro italiano.
I dati sull’occupazione in questo importantissimo segmento di imprese coprono ormai undici mesi su dodici e già permettono di registrare alcuni dati di fatto. Il più evidente è l’arresto della crescita dei posti di lavoro dopo cinque anni. A novembre l’incremento, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, è stato appena percettibile, segnando un +0,2%. Ma, va sottolineato ancora una volta, solo grazie all’azione pubblica a difesa dell’occupazione. A novembre le cessazioni, anno su anno, registrano infatti un calo del 20,4%. Dato quasi perfettamente bilanciato dalla altrettanto brusca riduzione delle assunzioni, in diminuzione tendenziale del 22,3%. In linea con gli anni precedenti, infine, la ricomposizione delle tipologie contrattuali: il tempo indeterminato, nettamente predominante fino a pochi anni fa, rappresenta solo poco più della metà totale ormai, per la precisione il 54,7% contro l’84,8% a dicembre 2014.
Segno prima di tutto che il contratto a tempo indeterminato si sta dimostrando il più adatto alle esigenze di flessibilità delle piccole imprese, esigenze che ne costituiscono un punto di forza non secondario. Ma nel contempo anche del persistere, e non potrebbe essere altrimenti, di una grande incertezza sul futuro.
Per avere il quadro definitivo del mercato occupazionale nell’anno appena trascorso bisognerà attendere qualche settimana. “Un risultato sicuramente molto interessante dal punto di vista statistico che però non riuscirà a far spostare l’obiettivo dal momento nel quale l’intervento pubblico cesserà e le imprese saranno chiamate a fare i conti con l’andamento e le prospettive economiche. Solo in quel momento – sottolinea l’Osservatorio lavoro della CNA – si potrà conoscere quanto effettivamente l’emergenza sanitaria avrà affetto l’occupazione in Italia e, in particolare, nelle imprese artigiane, micro e piccole”.