Ieri mattina, piazza Enghelab a Teheran è stata teatro di uno dei funerali di Stato più imponenti della storia recente iraniana. Migliaia di persone vestite di nero hanno accompagnato il corteo funebre per 60 tra alti ufficiali e scienziati uccisi durante i 12 giorni di guerra con Israele. Tra loro anche Mohammad Bagheri, capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, ucciso il primo giorno del conflitto. La folla ha percorso a piedi 11 chilometri fino a piazza Azadi, sventolando bandiere iraniane e ritratti dei caduti, scandendo slogan come “Morte a Israele” e “Morte all’America”, in un clima che ha ricordato i toni più accesi degli anni della rivoluzione. La tensione resta altissima anche sul fronte nucleare. Il vicepresidente del Parlamento iraniano ha annunciato che Rafael Grossi, direttore generale dell’Aiea, non potrà più visitare gli impianti nucleari iraniani, né verranno reinstallate le telecamere di sorveglianza. Grossi ha dichiarato che parte dell’uranio arricchito potrebbe essere stata spostata o nascosta: “Non sappiamo dove si trovi tutto il materiale, ma l’Iran ha la capacità industriale per conservare conoscenze e tecnologie nucleari, anche in tempo di guerra.”Intanto emergono dettagli sull’attacco statunitense alla centrale nucleare di Isfahan. Secondo fonti del Pentagono citate dalla CNN, l’impianto sarebbe così profondamente interrato da rendere inefficaci persino le bombe anti-bunker Massive Ordnance Penetrator (Mop). Per questo motivo, nel raid della scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno preferito usare missili Tomahawk lanciati da un sottomarino, mentre le bombe penetranti sono state sganciate solo sui siti di Fordow e Natanz. Isfahan, secondo gli analisti, conterrebbe circa il 60% delle riserve di uranio arricchito del Paese.
Araghchi: “L’onore iraniano non si svende”
Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha ribadito che l’Iran non accetterà compromessi sull’onore nazionale. “Abbiamo dato il nostro sangue, non l’onore. Abbiamo resistito a bombe da mille tonnellate, ma non ci siamo arresi”, ha scritto su Instagram. Araghchi ha chiesto “rispetto e buona volontà” agli Stati Uniti per riaprire i negoziati, lanciando un messaggio diretto al presidente Donald Trump: “Se davvero vuole un accordo, deve smettere di insultare la Guida Suprema Khamenei.” In parallelo, l’Iran ha chiesto formalmente al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di condannare le “minacce di assassinio” contro l’Ayatollah Khamenei, definendole un caso manifesto di terrorismo di Stato. La lettera, indirizzata anche al Consiglio di Sicurezza e all’Assemblea Generale, accusa apertamente Stati Uniti e Israele di fomentare azioni violente contro i vertici iraniani.
Trump: “Ho salvato Khamenei”
Dal canto suo, Trump ha risposto su Truth Social con un attacco dai toni bellicosi e personali: “Khamenei dovrebbe ringraziarmi. Sapevo dove si trovava e non ho permesso a Israele né alle forze americane di porre fine alla sua vita.” Trump ha negato le voci secondo cui sarebbe pronto a offrire 30 miliardi di dollari all’Iran per un accordo sul nucleare civile, definendo la notizia una “bufala”. Infine ha avvertito Teheran: “Se non rientra nell’ordine mondiale, le cose peggioreranno per loro.”
Gaza: 49 morti in un giorno
Nella Striscia di Gaza, la situazione umanitaria resta disastrosa. Ieri gli attacchi israeliani hanno causato almeno 49 morti, tra cui 12 sfollati nei pressi dello Stadio Palestinese di Gaza City. Secondo un’inchiesta del quotidiano israeliano Haaretz, alcuni soldati dell’Idf avrebbero ricevuto l’ordine di sparare contro civili per allontanarli dagli aiuti. Il premier Netanyahu ha smentito “categoricamente” queste accuse, definendole “spregevoli” e “false”. Il governo israeliano ha reagito duramente anche alle critiche del segretario generale dell’ONU Guterres, secondo cui il sistema di distribuzione degli aiuti a Gaza sarebbe “militarizzato”. Tel Aviv ha difeso l’operato della Gaza Humanitarian Foundation, sostenendo di aver fornito oltre 46 milioni di pasti ai civili palestinesi. “L’ONU si oppone a ogni nostro sforzo, allineandosi di fatto con Hamas”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri israeliano.
Trump: “Cessate il fuoco entro una settimana”
In questo contesto, Donald Trump ha dichiarato che un cessate il fuoco tra Israele e Hamas potrebbe essere annunciato “già la prossima settimana”. L’amministrazione americana sta lavorando con Egitto e Qatar per organizzare nuovi colloqui a Doha e presentare a giorni un piano di pace. Tra le ipotesi sul tavolo, una tregua di due settimane per facilitare la distribuzione degli aiuti umanitari.
Libano tra Israele e Hezbollah
A sud, la tensione si infiamma anche in Libano. Ieri un’esplosione a Nabatiyeh ha ucciso una donna e ferito 11 persone. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) negano ogni coinvolgimento, attribuendo l’esplosione a un razzo immagazzinato da Hezbollah nel palazzo colpito. Il primo ministro libanese Nawaf Salam ha però accusato Tel Aviv di violare la sovranità nazionale e la tregua raggiunta lo scorso novembre. Anche il presidente libanese Joseph Aoun ha chiesto un intervento urgente della comunità internazionale.