domenica, 17 Novembre, 2024
Società

Bullismo, Falco (Corecom): “Violenza sul web aumentata di otto punti nel solo mese di aprile. Serve collaborazione di tutti per arginare deriva”

D’Amelio: “Web sia utilizzato per crescita e confronto  non come strumento di violenza”
La quarta tappa del webinar @scuolasenzabulli arriva a San Marco Evangelista

Domenico Falco, presidente del Corecom Campania

SAN MARCO EVANGELISTA – “La violenza sul web è cresciuta di otto punti nel solo mese di aprile. Gli effetti del lockdown sui nostri ragazzi sono stati disastrosi.  I dati presentati dal management di Facebook nel nuovo rapporto sul rispetto degli standard della community sono motivo di grande apprensione. Siamo pronti a rilanciare la nostra campagna informativa, realizzata con il supporto del Consiglio regionale della Campania e dell’Agcom, per fornire agli studenti tutti gli strumenti possibili per prevenire episodi di bullismo e cyberbullismo”.  Lo ha dichiarato Domenico Falco, presidente del Corecom Campania, nel corso del webinar “didattica a distanza @scuolasenzabulli” che ha visto coinvolti gli alunni dell’istituto comprensivo statale “Raffaele Viviani” di San Marco Evangelista, coordinati dalla professoressa Manuela Antoniciello. “Serve la collaborazione di tutti per arginare questa deriva di violenza – ha concluso il presidente Falco – e il nostro impegno è quello di portare avanti la campagna di prevenzione con il coinvolgimento delle scuole, ragazzi, famiglie, esperti e istituzioni”.

“Le risorse del web e della comunicazione digitale devono essere utilizzate per la crescita dei rapporti interpersonali, delle relazioni umane e non come strumenti di violenza – ha affermato Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania – ci siamo attivati, primi in Italia, per una legge che aiuti a prevenire i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo e che veda protagonisti i giovani”.

Per Gabriele Cicala, sindaco di San Marco Evangelista: “Nell’ultimo decennio il fenomeno del bullismo sta prendendo piede a ritmi impressionanti e non basta intervenire solo con forme repressive. E’ importante il ruolo che possono esercitare i genitori per far comprendere ai loro figli l’importanza del rispetto dei propri coetanei e del prossimo. Bisogna partire dalla famiglia”.

Il ruolo della scuola è stato sottolineato da Domenico Bianducci, primo collaboratore del dirigente dell’istituto: “Siamo all’avanguardia nella lotta al bullismo e al cyberbullismo attraverso l’attivazione di corsi specifici. Dal 2017 abbiamo preparato un protocollo rigido che illustra i pericoli che arrivano dalle nuove tecnologie e invitiamo i ragazzi a fare molta attenzione nell’utilizzo di questi strumenti”. Con le scuole chiuse la situazione sembra essere peggiorata come testimonia Ivana Nasti, direttore del Servizio ispettivo dell’Agcom: “Bullismo e cyberbullismo sono tra le minacce più temute dai giovani. Un adolescente su due ha subito almeno una volta un atto di bullismo. La chiusura delle scuole ha comportato un aggravamento della situazione e fenomeni come il Trolling che colpisce le ragazze in particolar modo, sono esplosi. E’ importante allora agire con attività di prevenzione per ridurre la lesività del fenomeno come stiamo facendo con il Corecom Campania”.

A sostegno della campagna @scuolasenzabulli anche il Rotary club Napoli Angioino, presieduto dal professor Nicola Pasquino, ha offerto la professionalità dei suoi iscritti per combattere il fenomeno.  A rispondere all’invito la psicologa e psicoterapeuta Giovanna D’Apolito: “Il bullismo è un fenomeno di gruppo che può essere fermato dal gruppo stesso se c’è capacità di dialogo e confronto. Il cyberbullismo è più pericoloso in quanto difficile da snidare e le cose pubblicate in rete restano lì e raggiungono tante persone amplificando la portata del fenomeno. Bisogna agire allora in termini di prevenzione coinvolgendo le famiglie e le classi nel loro insieme”.

Anche l’avvocato penalista Valentina Varano ha offerto il suo contributo agli studenti: “Dal 2017 la legge parla chiaro. I minori sono chiamati a rispondere dei loro comportamenti che si configurano come reati veri e propri. E ne risponderanno davanti a un giudice che può disporre anche della loro libertà personale. I percorsi di riabilitazione sono particolarmente lunghi e complessi. L’invito che rivolgo ai ragazzi è: pensateci bene prima di postare”.

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