giovedì, 21 Novembre, 2024
Esteri

Ucraina nella Nato, la Casa Bianca considera l’accelerazione. Insediamento Rutte: “Autodifesa non finisce al confine”

L'Onu denuncia torture ai prigionieri da parte di russi e ucraini

Nel giorno dell’insediamento di Mark Rutte a capo dell’Alleanza, il Financial Times ha pubblicato un approfondimento secondo cui Biden potrebbe accelerare il processo di adesione.. Scholz potrebbe telefonare a Putin. Attacchi russi su Kherson e Zaporizhzhia. Kiev: i russi sono entrati a Vuhledar, nel Donbass

Kiev abbatte 29 droni russi, Mosca abbatte 8 droni ucraini

L’esercito ucraino ha abbattuto 29 dei 32 droni di fabbricazione iraniana lanciati dalla Russia durante un attacco notturno su aree dell’Ucraina centrale, meridionale e nord-orientale. Contemporaneamente le difese aeree russe hanno abbattuto stanotte otto droni ucraini sulla regione di confine di Belgorod, afferma il Ministero della Difesa di Mosca in un comunicato citato dall’agenzia di stampa Tass.

A Kherson 6 morti e 6 feriti

“Un attacco russo a Kherson, proprio nel centro della città. Persone che si trovavano a una fermata dell’autobus vicino al mercato centrale. Al momento, sei persone sono state uccise. Le mie condoglianze a tutte le famiglie e agli amici. Sei persone sono rimaste ferite e stanno ricevendo l’assistenza necessaria”, così su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Il terrore quotidiano della Russia, i suoi tentativi quotidiani di distruggere vite umane, tutto questo può essere fermato. Dobbiamo raggiungere una pace duratura per il nostro Paese e il nostro popolo. Per farlo, la forza dell’Ucraina e la determinazione dei nostri partner devono essere superiori al desiderio di Putin di seminare il terrore – conclude il post. La pressione sull’aggressore e l’assistenza all’Ucraina devono essere costanti e complete. Ringrazio tutti i nostri partner che ci aiutano a proteggere vite umane! Ringrazio tutti coloro che proteggono l’Ucraina!”.

Kiev: russi entrati nella città di Vuhledar nel Donetsk

Le truppe russe sono entrate a Vuhledar, un importante snodo logistico ucraino nel Donetsk. Il governatore Vadym Filashkinha reso noto che i combattimenti erano ancora in corso ieri nel tardo pomeriggio, dopo mesi in cui la città è stata cinta d’assedio e bombardata a tappeto. Parlando alla televisione nazionale, Filashkin ha detto che la situazione è “estremamente difficile” e che “il nemico ha già quasi raggiunto il centro della città”. A Vuhledar restano in totale 107 civili, anche se tutti i bambini sono stati evacuati, e “all’interno della città si sta combattendo, quindi è quasi impossibile portare aiuti umanitari”, ha aggiunto.

Mosca conquista 2 insediamenti nell’Est

L’esercito russo ha “liberato”, come riferisce il ministero della  Difesa di Mosca, due insediamenti nella  zona dell’operazione militare speciale. “Le unità del gruppo di forze occidentali, a seguito di  azioni decisive, hanno liberato il villaggio di Vishnevoye, nella  regione di Kharkiv”, ha affermato il ministero. Inoltre, il gruppo “Centro” ha occupato Krutoy Yar nella Repubblica popolare di Donetsk.

L’Onu denuncia torture ai prigionieri da parte di russi e ucraini

Nell’ultimo rapporto trimestrale, da giugno ad agosto, dell’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite si denunciano torture e maltrattamenti inflitti ai prigionieri di guerra sia da parte russa sia da parte ucraina. “Resoconti dettagliati e coerenti di torture sistematiche e maltrattamenti nella Federazione russa sono stati forniti da 169 dei 174 prigionieri di guerra ucraini intervistati a partire dal marzo del 2023”, si legge nel rapporto.

“I loro racconti sono stati corroborati da altre fonti di informazione”, aggiunge l’Onu, sottolineando che essi hanno riferito tra l’altro di duri pestaggi, scariche elettriche, violenze sessuali, soffocamento, privazione del sonno e finte esecuzioni. Le torture e i maltrattamenti sono stati costanti “durante gli interrogatori e tutte le fasi della prigionia”, si sottolinea ancora nel rapporto. Anche 104 dei 205 prigionieri di guerra russi intervistati a partire dal marzo del 2023 “sono stati sottoposti a torture e maltrattamenti dalle autorità ucraine durante le fasi iniziali della prigionia, compresi duri pestaggi, minacce di morte, violenza fisica e, in misura minore, scariche elettriche”. Tuttavia, si afferma ancora nel rapporto, “in quasi tutti i casi le torture e i maltrattamenti sono cessati quando i prigionieri sono arrivati ai luoghi ufficiali di internamento, dove le condizioni sono sembrate generalmente in linea con gli standard internazionali”.

Biden potrebbe “far avanzare lo status” della candidatura dell’Ucraina alla Nato entro l’anno

Il Financial Times di ieri ha dedicato un lungo articolo all’adesione dell’Ucraina alla Nato, nel giorno dell’insediamento di Mark Rutte come nuovo segretario generale. La linea prevalente nell’alleanza prevede che essa non sia possibile senza un cessate il fuoco completo e duraturo e una linea definita sulla mappa che determini a quale porzione del territorio ucraino si applica la clausola di mutua difesa dell’alleanza. È improbabile tuttavia che qualsiasi cosa al di sotto della piena adesione sia sufficiente a fermare l’aggressione militare del Cremlino.” Anche se ricevessimo un invito dalla Nato, non significherebbe nulla. È una decisione politica”, aggiunge anonimamente un alto funzionario ucraino citato dal quotidiano finanziario britannico.

Mentre lasciava gli Stati Uniti questo fine settimana, Zelensky ha detto che ottobre sarebbe stato “il momento delle decisioni”. Un funzionario occidentale informato sui colloqui di Zelensky a Washington ha detto che ci sono timidi segnali che Biden, che presiederà la riunione del 12 ottobre degli alleati in Germania, potrebbe accettare di far avanzare lo status della candidatura dell’Ucraina alla Nato prima di lasciare l’incarico a gennaio. Il modello proposto da alcuni è quello dell’adesione della Germania Ovest all’Alleanza, che è durata più di tre decenni prima della caduta del Muro di Berlino e della riunificazione con l’Est.

Rutte assume la guida della Nato.

In questo clima di grande incertezza per il conflitto Ucraina-Russia e le elezioni presidenziali americane, ieri l’ex primo ministro olandese Mark Rutte ha preso il timone della Nato subentrando al norvegese Jens Stoltenberg, rimasto per dieci anni a capo dell’Alleanza Atlantica.

Stoltenberg, 65 anni, aprirà l’incontro per la cerimonia di trasferimento di poteri che avrà luogo presso la sede della Nato a Bruxelles, nell’ambito di una riunione del Consiglio Atlantico, l’organo politico della Nato che riunisce gli ambasciatori dei Paesi membri. Mark Rutte, 57 anni, lo concluderà. “Ha le qualità e l’esperienza per svolgere davvero il suo lavoro in modo eccellente”, ha detto di lui Stoltenberg durante la sua ultima conferenza pubblica a Bruxelles il 19 settembre. In qualità di Primo Ministro olandese, Rutte ha rappresentato il suo Paese ai vertici della Nato negli ultimi 14 anni. E ha anche incontrato l’ex primo ministro norvegese prima che quest’ultimo assumesse il suo incarico alla Nato. “Ci saranno forse delle sfumature, dei cambiamenti nell’enfasi su questo o quell’altro, ma ci sarà anche molta continuità”, assicura un diplomatico della Nato, riferendosi a questa transizione in quanto i due uomini si conoscono bene. Rutte dovrebbe quindi garantire, durante il suo primo grande incontro – una riunione dei ministri della Difesa della Nato il 17 e 18 ottobre – di mantenere l’essenziale sostegno militare occidentale ai massimi livelli sull’Ucraina in guerra, mentre cresce la pressione per porre fine al conflitto.

Mosca: “Con Rutte non cambierà la linea della Nato”

Ne è cosciente il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che commentando l’insediamento di Mark Rutte, ha detto: “La nostra aspettativa è che l’Alleanza del Nord Atlantico continui a lavorare nella stessa direzione in cui ha lavorato”.

Rutte: Autodifesa Kiev non finisce al confine

Infatti nella conferenza stampa d’insediamento, ieri, Rutte ha dichiarato che l’Ucraina “ha il diritto di difendersi” e che, in base al “diritto internazionale”, il diritto all’autodifesa “non termina al confine”, ma “è possibile colpire obiettivi legittimi in territorio nemico”. Tuttavia, “sta agli alleati decidere” quali armi ciascuno intende fornire a Kiev e con quali limitazioni d’uso, ma deve essere anche chiaro che “nessuna singola arma consentirà di vincere la guerra”.

Armi strategiche, Cremlino: “Non è saggio insistere ora su Start”

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non è saggio insistere su un rinnovo del trattato sulle armi strategiche Start senza tenere conto del mutamento della situazione globale: “Dovremmo dare un’occhiata seria alla situazione che ha preso forma, prendere in considerazione ogni nuovo aspetto e costruire il processo negoziale di conseguenza. Riteniamo che sarebbe poco saggio, per usare un eufemismo, insistere su tali negoziati, fingendo che non sia successo nulla”, ha osservato Peskov commentando con i giornalisti i resoconti dei media secondo i quali la Russia non avrebbe accettato di firmare un nuovo trattato sulle armi strategiche per sostituire quello attuale.

“Sebbene si tratti di informazioni anonime, la fonte, ma in generale il suo significato coincide con la dichiarazione fatta dal nostro capo di stato all’inizio di quest’anno. Ha detto che, naturalmente, sarebbe praticamente impossibile discutere di armi strategiche, arsenali, senza tenere conto dell’infrastruttura militare nucleare in Europa, coinvolgendo gli stati europei nel processo negoziale e ignorando altri elementi di sicurezza strategica. La Russia non lo farà”, ha concluso Peskov.

Rutte: “Non ci sono minacce nucleari imminenti”

Parlando delle minacce nucleari di Vladimir Putin, Rutte ha poi continuato: “Lui vuole che noi parliamo del suo arsenale nucleare. Le sue sono minacce spericolate e irresponsabili”. “Fatemi essere chiaro: non ci sono minacce nucleari imminenti”.

Dopo due anni Scholz pianifica una telefonata con Putin

Secondo un’indiscrezione di Zeit on Line, che cita fonti vicine al governo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz starebbe pianificando una telefonata con Vladimir Putin nel quadro della preparazione del G20 che si terrà in Brasile a novembre. L’ultimo contatto fra i due risale al dicembre 2022, una richiesta non sarebbe però ancora partita.

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