giovedì, 12 Dicembre, 2024
Attualità

Alcide de Gasperi l’uomo, il politico, il servo di Dio che realizzò una Italia grande e libera

“Era un uomo dotato di una coscienza e di una dirittura morale straordinarie. Infatti, nessun avversario politico ha mai trovato qualcosa di negativo sulla sua vita tale da poterlo compromettere o colpire sul piano personale. Ed era anche un intellettuale che in carcere scriveva lettere in latino. Durante il fascismo  la mattina lavorava in Vaticano come bibliotecario, nel pomeriggio traduceva testi in tedesco dettando le frasi ad alta voce a nostra mamma, che le batteva a macchina. Noi bambine dovevamo stare in silenzio e non fare rumore per non disturbarli. Quando era presidente del Consiglio la sera si rilassava leggendo le egloghe di Virgilio  in latino e l’Anabasi di Senofonte  in greco”.

È il ricordo di Alcide de Gasperi così vivo, toccante e affettuoso che è stato consegnato all’opinione pubblico raccontato da Maria Romana de Gasperi, figlia primogenita,  – scomparsa il 30 marzo 2022 all’età di 99 anni -, lei è stata per anni assistente personale e biografa del più grande statista italiano del XX secolo. Di Alcide De Gasperi, a 70 anni dalla sua scomparsa (Pieve Tesino, Trento, 1881, Sella di Valsugana, Trento, 1954) ricordiamo il politico, lo statista il fervente cattolico, l’instancabile  promotore del dialogo politico – come ricordato nell’editoriale del nostro direttore Giampiero Catone – nel segno della pace, della giustizia sociale, e del confronto autentico e libero tra popoli.

Ci onoriamo di essere impegnati in un lavoro quotidiano a “la Discussione” il giornale fondato da De Gasperi nel 1952. Siamo riconoscenti di essere partecipi alle idee, impegno e visione di una Italia libera, prospera e protagonista come quella realizzata dal nostro fondatore. Abbiamo tenuto fede alla volontà di de Gasperi  nel mantenere accesa fino ai giorni nostri una redazione, i tantissimi collaboratori e amici del giornale che hanno saputo cogliere e dare voce ai cambiamenti, problemi e prospettive del nostro Paese.

Cattolico liberale

Quella di Alcide de Gasperi come unanimemente riconosciuto è stata una  esperienza politica di ispirazione cattolico-liberale, irripetibile, testimoniata da numerose opere biografiche dedicate allo statista ma anche alla persona. Fece riemergere l’Italia dal baratro del fascismo. Durante la Resistenza riorganizzò il Partito popolare con il nome di Democrazia cristiana. Divenne grazie alla sua visione democratica e civile il principale protagonista del primo decennio della Repubblica italiana. Presidente del Consiglio dal 1945 al 1953, incarnò, dal 1947, la linea politica del , fondata sulla collaborazione tra democristiani e laici. I suoi governi guidarono la ricostruzione postbellica e, in politica estera, introdusse l’Italia al mondo occidentale e all’Europa.

Il dialogo e la fermezza

Aperto al confronto benché la DC ottenesse la maggioranza assoluta nel 1948 alla Camera e una forte maggioranza relativa al Senato, de Gasperi non ritenne opportuno governare da solo. Avviò la collaborazione con i partiti laici (repubblicani e liberali) una scelta di fondo, cui diede il nome di “centrismo”  perché escludeva tanto la sinistra quanto l’estrema destra. Sotto la sua guida i governi centristi giocarono un ruolo decisivo nella ricostruzione del Paese. Permise un solido ancoraggio dell’Italia al mondo delle democrazie occidentali, stabilendo un saldo rapporto con gli Stati Uniti; ottennero i finanziamenti del Piano Marshall, con i quali fu avviata la ricostruzione; rimisero in moto l’economia di mercato e consolidarono la democrazia parlamentare.

Servo di Dio, la Beatificazione

Fervente cattolico, la Chiesa cattolica lo ha insignito del titolo di servo di Dio nel 1993. Vogliamo concludere questo nostro ricordo per comprendere l’uomo e il suo spessore spirituale con una testimonianza diretta dello stesso de Gasperi con un documento che fa parte del processo di beatificazione aperto a Trento nel 1993.

Una lettera  datata 4 settembre 1935, in pieno regime fascista e quindi da perseguitato politico, in uno stato di salute molto preoccupante che faceva temere il peggio, scrive alla moglie questa lettera. Un intensissimo testamento spirituale, da cui emerge pienamente la profonda spiritualità di un uomo che l’Eterno Padre, stava preparando per un Suo disegno di servizio a quella parte di umanità, costituita dalla nazione italiana del secondo dopoguerra.

La lettera alla moglie

“Cara Francesca,
se la provvidenza vorrà chiudere la mia vita terrena, prima che io abbia assolto il mio compito di padre, affido alla suprema paternità di Dio le mie bambine e confido con assoluta certezza che il Signore ti aiuterà giorno per giorno a farle crescere buone e brave.
Oltre che ai parenti, io le raccomando all’aiuto ed all’appoggio di quei pochi ma generosi amici che nel periodo delle prove mi conservarono la loro amicizia. Non posso lasciar loro mezzi di fortuna, perché alla fortuna ho dovuto rinunziare per tener fede ai miei ideali. Fra poco saranno cresciute tanto da comprendere il mondo in cui vivono. Apprendano allora da te per quale ideale di umana bontà e di cristiana democrazia il loro padre combatté e sofferse. Leggendo le mie lettere d’un tempo e qualche appunto per le mie memorie, impareranno ad apprezzare la giustizia, la fratellanza cristiana e la libertà.
Muoio con la coscienza d’aver combattuto la buona battaglia e colla sicurezza che un giorno i nostri ideali trionferanno. Cara Francesca, io ti sarò sempre vicino in ispirito e ti aiuterò vigilando presso il signore Gesù, mia suprema ed ultima speranza, sarà anche il tuo confortatore quotidiano.
A tutti voi della mia e della vostra famiglia raccomando di vivere in fraterna amicizia, aiutandovi l’un l’altro. Oltre le mie bambine, raccomando in modo particolare ad Augusto la nostra buona sorella Marcella.
Addio Francesca, io ti ho molto amato, ma non mai quanto avresti meritato. Supera il dolore del distacco e vivi più intensamente per le nostre deliziose bambine, sulle quali, per la bontà e misericordia del Signore, io veglierò dal Cielo.
Ti stringo per sempre nell’indissolubile abbraccio delle nostre speranze mortali”.

Alcide de Gasperi visse ancora donandoci una nuova Italia. Si spense il 19 agosto nel 1954 a Sella di Valsugana in provincia di Trento.

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