giovedì, 2 Maggio, 2024
Attualità

Progetto di ricerca ‘Sea Care’ tra Marina italiana e Istituto Superiore Sanità

Impiegata la Amerigo Vespucci che ha appena doppiato Capo Horn

C’è anche l’Istituto Superiore di Sanità a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci che ha appena doppiato per la prima volta nella sua storia Capo Horn. Le due giovani ricercatrici Giorgia Mattei e Lorenza Notargiacomo, sono a bordo nell’ambito del progetto “Sea Care”, che raccoglie campioni lungo le rotte sia della Vespucci che di altre unità navali della Marina Militare al fine di raccogliere dati sullo stato di salute degli oceani. Le ricercatrici sono a bordo con l’obiettivo di effettuare dei campionamenti dell’acqua nell’area, un compito molto difficile date le condizioni ambientali spesso avverse. “L’Iss è orgoglioso di collaborare con la Marina per questo progetto visionario e importante per la salute del pianeta – ha detto Andrea Piccioli, direttore generale dell’Iss – e siamo contenti di essere presenti anche in questo momento storico per la Marina italiana. Il mare ha un ruolo centrale nell’equilibrio dell’ecosistema, che riguarda anche la nostra salute e il nostro benessere”.

La salute del pianeta

Il progetto di ricerca “Sea Care”, siglato tra la Marina Militare e l’Istituto Superiore di Sanità, indaga sui rischi per la salute, correlati ad ambiente e clima nella visione Planetary Health. Dura tre anni (è iniziato nel 2022) e si realizza attraverso un monitoraggio che raccoglie campioni lungo le rotte ordinarie sia della nave scuola Amerigo Vespucci che di altre unità navali della Marina Militare in acque territoriali e internazionali, al fine di raccogliere dati sullo stato di salute del mare. Tra gli obiettivi principali del progetto, c’è la creazione di un approccio metodologico uniforme per l’intera durata del progetto, per superare i limiti delle attuali analisi sito-specifiche sull’inquinamento marino, spesso condotte con metodi disomogenei, e restituire un quadro complessivo della contaminazione dei nostri mari e di come tutti ciò impatta sulla salute umana e sui cambiamenti climatici.

Studio delle microplastiche

Le due istituzioni italiane coordineranno le attività di campionamento e analisi, che avverranno in laboratori di eccellenza specializzati nell’analisi di centinaia di contaminanti persistenti, per valutarne l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana. Il progetto si avvale anche del contributo di Arpae Emilia-Romagna nell’ambito del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Snpa). L’Agenzia ambientale è un punto di riferimento per la conoscenza degli ecosistemi marini, lo studio dello stato del mare anche tramite l’utilizzo delle tecnologie di osservazione satellitare (realizzate nell’ambito del programma Copernicus), lo studio delle microplastiche e l’applicazione della direttiva sulla Strategia marina europea. Un’altra collaborazione èattivata con l’Università di Padova – Dipartimento di Chimica Analitica. Questi enti analizzeranno, sotto il profilo sanitario e ambientale, l’impatto delle microplastiche e di altre sostanze persistenti ed emergenti come i composti perfluoroalchilici. L’ammiraglio Credendino all’avvio della ricerca avevasottolineato: “tutelare l’ambiente marino è uno dei compiti della Marina Militare e una delle priorità che ho posto alla base del mio mandato, così come una priorità è il miglioramento della salute e del benessere psicofisico del personale della Marina. Questa collaborazione riesce a raggiungere entrambi gli obiettivi ed è l’esempio di come due realtà di eccellenza possono collaborare tra loro nell’interesse del Sistema Paese. La Marina Militare, da molti anni, realizza campionamenti delle acque marine, ma grazie a questa collaborazione strutturata riusciremo a capire in maniera migliore la salute dei nostri mari, mettendo a disposizione della comunità scientifica dei dati fondamentali su cui operare”.

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