sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Le Fondazioni bancarie si muovono verso la finanza sostenibile

Focus sugli investimenti immobiliari per offrire case a studenti, giovani coppie e fragili

Le Fondazioni di origine bancaria investono nella sostenibilità. Secondo una ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Acri e Mondo Institutional, nel 2023 si conferma il numero di soggetti che dichiarano di effettuare investimenti sostenibili (29 Fondazioni). Di queste, 22 sono Fondazioni grandi o medio-grandi, che gestiscono complessivamente circa 34,6 miliardi di euro, cioè il 77% del totale attivo delle Fondazioni inserite nel campione. Gli enti che adottano strategie SRI – investimenti sostenibili e responsabili – potrebbero aumentare in futuro: 6 rispondenti, infatti, hanno avviato valutazioni in merito. Di queste, 3 sono di grandi o medio-grandi dimensioni, con un patrimonio in gestione equivalente a 2,6 miliardi.

Bicciato: ruolo proattivo

Francesco Bicciato, direttore generale del Forum per la finanza sostenibile ha dichiarato che “anche quest’anno viene riproposta in chiave diacronica la ricerca sulle propensioni all’investimento sostenibile delle Fondazioni di origine bancaria. In questi anni in cui l’emergenza climatica e le disuguaglianze si fanno sempre più acute il ruolo del Forum e degli operatori finanziari italiani deve essere proattivo e spingere affinché a fianco alla sostenibilità finanziaria degli investimenti vi sia un chiaro e misurabile impatto positivo sulla società e sull’ambiente.”

Profumo: scenario di policrisi

Francesco Profumo, Presidente, Acri, ha invece sottolineato come l’indagine su quanto fanno le Fondazioni bancarie “conferma che, nonostante la grande incertezza determinata dal permanente scenario di policrisi (pandemica, energetica, inflattiva, bellica), le Fondazioni continuano, in maniera crescente, a orientare i loro investimenti verso la finanza sostenibile. In particolare, il loro intervento nel campo dell’housing sociale rappresenta un esempio emblematico di un approccio che è in grado di coniugare sostenibilità ambientale e sociale”.

Investimenti immobiliari

Elemento di novità in questa edizione è il focus sugli investimenti immobiliari sostenibili. Il 66% delle Fondazioni coinvolte investe nel settore immobiliare. Di queste, il 44% include i criteri ESG o valuta questa opzione per il futuro (il 28%). L’obiettivo principale degli investimenti immobiliari sostenibili è l’aumento dell’offerta abitativa accessibile per diverse categorie di beneficiari (studenti universitari, giovani coppie e soggetti fragili).

Investimenti sostenibili ancora minoritari

La maggior parte delle Fondazioni attive in ambito SRI (il 55%) continua a limitare gli investimenti sostenibili a una quota minoritaria del patrimonio in gestione. Il dato è tuttavia in diminuzione rispetto all’edizione 2022, in cui si attestava al 72%. Per converso, aumentano le Fondazioni che applicano le strategie SRI a una porzione di patrimonio superiore al 25%. In particolare, 6 enti estendono gli investimenti sostenibili a una quota compresa tra il 25% e il 50%, altre 5 Fondazioni detengono investimenti sostenibili sul 50-75% del patrimonio e 2 enti estendono la quota SRI alla quasi totalità del portafoglio, con un tasso di copertura compreso tra il 75% e il 100%. Inoltre, l’86% delle rispondenti attive in ambito SRI (in termini assoluti, 25 enti) ha in programma di aumentare la quota di patrimonio investita secondo criteri ESG. Le strategie SRI che riscuotono maggiore successo sono gli investimenti tematici (adottati da 18 Fondazioni), seguiti dalle esclusioni (16) e dall’impact investing (12). Inoltre, aumentano le Fondazioni che si avvalgono degli investimenti correlati alla missione, passando da 22 a 24. La maggior parte delle Fondazioni che adottano strategie SRI nel processo di investimento (l’83%) ha motivato la propria scelta citando la coerenza degli investimenti sostenibili con le finalità istituzionali delle Fondazioni.

ESG e gestione finanziaria

Tra le 6 Fondazioni che hanno avviato valutazioni in merito all’attuazione di strategie SRI, 3 individuano come principale criticità la difficoltà a misurare gli impatti ambientali e sociali generati, seguita dalla mancanza di dati ESG affidabili e standardizzati, dall’offerta di prodotti SRI non in linea con gli obiettivi di investimento e dalla mancanza di certificazioni che tutelino contro il greenwashing. Le opportunità maggiormente citate sono: la coerenza degli investimenti sostenibili con le finalità istituzionali delle Fondazioni, la possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con un congruo ritorno finanziario, la mitigazione del rischio reputazionale e il dovere fiduciario nei confronti degli stakeholder.

Riduzione delle diseguaglianze

Un dato incoraggiante è l’aumento delle Fondazioni che fanno riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nella politica di investimento, che raddoppiano passando da 4 a 8. Inoltre, 11 rispondenti dichiarano di avere in programma l’inclusione degli SDGs nella politica di investimento. Gli SDGs maggiormente citati sono: la riduzione delle disuguaglianze, le città e le comunità sostenibili, la lotta al cambiamento climatico. Tra le 29 Fondazioni attive in ambito SRI, solo 3 includono l’obiettivo net-zero e, di queste, soltanto un ente ha individuato obiettivi intermedi misurabili. Occorre tuttavia segnalare che 14 Fondazioni hanno avviato valutazioni in merito.

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